“Tutto quello che abbiamo nel mondo non sazia la nostra fame d’infinito” per questo Cristo non è un elemento accessorio: è il “pane vivo”, il nutrimento indispensabile "che ci consente di ripulire le nostre scelte dalle incrostazioni mondane e dalle paure”. Lo ha detto Papa Francesco stamane durante l’Angelus, in piazza San Pietro. Di fronte ad una piazza gremitissima, il Pontefice ha ricordato che il giorno dopo la moltiplicazione dei pani e dei pesci, Gesù disse di essere “il Pane disceso dal cielo, e che avrebbe dato la sua carne come cibo e il suo sangue come bevanda, alludendo così chiaramente al sacrificio della sua stessa vita”.
Parole forti che suscitarono delusione nella gente che pensava al Salvatore come un uomo di successo terreno. Ma proprio sul modo di intendere la missione del Messia – ha precisato il Papa - “si sbagliavano!". "Perfino i discepoli non riescono ad accettare quel linguaggio inquietante del Maestro”. In realtà, tutti compresero il senso del discorso fatto da Cristo, lo avevano capito talmente bene da andare in crisi.
“La vera causa dell’incomprensione delle sue parole – ha spiegato Francesco - è la mancanza di fede”. Gesù "non fa sconti e non attenua le sue parole, anzi costringe a fare una scelta precisa: o stare con Lui o separarsi da Lui”. Qui sta il punto centrale, ovvero “la fedeltà a Dio” che è questione di “fedeltà a una persona, che è Gesù, con la quale ci si lega per camminare insieme sulla stessa strada”.
“Tutto quello che abbiamo nel mondo non sazia la nostra fame d’infinito”, ha sottolineato il Papa, ribadendo che “abbiamo bisogno di Gesù, di stare con Lui, di nutrirci alla sua mensa, alle sue parole di vita eterna!”. Dobbiamo “credere in Gesù", che significa "fare di Lui il centro, il senso della nostra vita”. Anche perché - ha ricordato il Pontefice - “Cristo non è un elemento accessorio", è il “pane vivo”, "il nutrimento indispensabile”. E “legarsi a Lui, in un vero rapporto di fede e di amore, non significa essere incatenati, ma profondamente liberi, sempre in cammino, aperti alle sfide del nostro tempo”.
Papa Francesco ha invitato quindi i fedeli a fermarsi in silenzio e riflettere: “Chi è Gesù per me?”. Ha poi concluso la sua catechesi invocando la Vergine Maria affinchè “ci aiuti ad “andare” sempre a Gesù "per sperimentare la libertà che Egli ci offre, e che ci consente di ripulire le nostre scelte dalle incrostazioni mondane e dalle paure”.
Dopo la recita dell’Angelus, nel corso dei saluti, il Santo Padre ha rivolto un pensiero alla situazione in Ucraina. “Con profonda preoccupazione, - ha detto - seguo il conflitto in Ucraina orientale, nuovamente inaspritosi in queste ultime settimane. Rinnovo il mio accorato appello affinché siano rispettati gli impegni presi per giungere alla pacificazione e con l’aiuto delle organizzazioni e delle persone di buona volontà, si risponda all’emergenza umanitaria nel Paese. Il Signore conceda la pace all’amata terra ucraina, che si accinge a celebrare domani la festa nazionale. Interceda per noi la Vergine Maria!”