Il Papa celebra la messa per padre Hamel: "E' un martire, e quindi beato"
Era stato ucciso dall'Isis lo scorso luglio.
Redazione Online
13/09/2016

Padre Jacques “è beato adesso”. Lo ha detto papa Francesco questa mattina al vescovo di Rouen, Dominique Lebrun, al termine della Messa celebrata a Santa Marta in ricordo del sacerdote ucciso nella piccola Chiesa di Saint-Etienne-du-Rouvray mentre celebrava la Messa da due giovani al grido di Allah. Il vescovo – che subito dopo la messa ha incontrato un gruppo di giornalisti – aveva portato una foto di padre Jacques a Roma con l’idea di farla firmare dal Papa per portarla come ricordo alle tre suore che hanno assistito quella tragica mattina all’assassinio del prete e non sono potute venire in pellegrinaggio a Roma con la diocesi. “Ho fatto vedere la foto al Papa – racconta il vescovo Lebrun – e volevo chiedere al Papa che la firmasse per portarla alle suore e invece lui subito mi ha detto: ‘La mettiamo sull’altare’ e questo mi ha colpito. Poi un particolare: alla fine della messa, dopo che ha salutato tutti, stava firmando la foto e mi dice: ‘Tu puoi mettere nella chiesa questa foto perché lui è beato adesso e se qualcuno ti dice che non hai il diritto, tu gli dici che il Papa ti ha dato il permesso’”. È chiaro quindi – ha detto senza dubbi in merito il vescovo di Lebrun – che su padre Jacques Hamel, la diocesi aprirà il processo di beatificazione. Intanto nel piccolo cimitero dei sacerdoti della diocesi dove riposa padre Jacques, la sua tomba è divenuta meta di pellegrinaggio di molte persone che vanno lì a pregare.

Nell’omelia di questa mattina, il Papa ha detto che “uccidere in nome di Dio è satanico!”. Riguardo al rischio che queste parole possano essere confuse come un esplicito riferimento all’Islam, il vescovo di Rouen ha subito precisato: “Penso che gli assassini hanno accettato l’influenza del diavolo, di Satana. Gli assassini. È solo questo. Il Papa stamattina ha detto che padre Jacques ha avuto la lucidità” di dare un nome all’assassino dicendo “vattene Satana”. “Quando ha pronunciato queste parole – ha quindi commentato mons. Lebrun – aveva già ricevuto coltellate, era già a terra. L’interpretazione giusta me l’ha data la sorella. Padre Jacques non poteva pensare che questi giovani potessero essere all’origine di questo male. Non sono loro all’origine di questo male”. Al vescovo è stato chiesto se tra i fedeli della sua diocesi c’è un certo timore ora di andare in Chiesa. “Sì – ha risposto -, c’è paura. Senz’altro. Una settimana fa ho avuto una riunione con i vicari della diocesi e mi hanno tutti detto che ricevono telefonate di persone che ancora chiedono se c’è la messa, se si può andare, se c’è qualche rischio. Però c’è più gente adesso e questo mi fa molto riflettere sulle parole di Gesù che Giovanni Paolo II ha ribadito spesso: ‘Non abbiate paura’. Non credo che Gesù disse ‘è stupido aver paura’, o ‘non c’è ragione di avere paura’. No, lui dice: ‘abbiate il coraggio di avere paura’. E quello che il Papa ci ha insegnato questa mattina sul martirio e ha pronunciato questa parola del coraggio. Quindi sì, direi che a livello psicologico c’è paura ma a livello più profondo dell’anima c’è più fortezza”.