NATALE 2020: gli auguri del vescovo Corrado
"E' più Natale che mai!".
Redazione Online
18/12/2020

Cari fratelli e sorelle, non possiamo non chiederci, in questi giorni di dicembre, segnati in modo davvero preoccupante dal protrarsi della pandemia, che senso abbia la celebrazione del Natale. Certo il 25 dicembre sarà Natale come ogni altro anno, ma che cosa potrà dirci quest’anno il Natale? Potrà dirci, poi, davvero qualcosa?

Domande come queste mi sono tornate più volte in testa in questi giorni. Come prima risposta ho cercato di chiedermi: come hanno celebrato i nostri genitori e i nostri nonni il Natale in tempo di guerra? Certamente la situazione non era più facile, anzi per certi aspetti assai più tragica. E tuttavia a nessuno è venuto in mente di non celebrare il Natale. Anzi, proprio in quella celebrazione, vissuta non solo nelle parrocchie ma (a quanto si legge) anche nelle trincee, trovarono forza per superare la tragicità della situazione. Anche nel momento più buio e apparentemente più disperato, la nascita del figlio eterno di Dio fatto uomo in mezzo a noi, costituiva un raggio di luce, di consolazione e di speranza.

Credo che anche noi, quest’anno, possiamo (e anche dobbiamo) celebrare il Natale animati da sentimenti simili. A chi può far paura un neonato? A chi può far paura la scelta di un Dio che, per farsi accogliere da noi e rendere credibile il suo amore, si fa uomo condividendo non solo la nascita, ma anche le condizioni più povere e più emarginate dell’umanità?

Se ci pensiamo, ricordare la nascita di Gesù non solo non fa paura, ma costituisce per tutti un messaggio di fiducia e di speranza. Dio continua a non stancarsi dell’umanità e ribadisce la sua scelta di condividere la vita, e cioè le gioie e le tribolazioni degli uomini, specialmente dei più poveri e dei più deboli; insegnandoci a vivere in pace tra di noi e a volerci più bene…Se qualcosa di diverso e di nuovo può portare il Natale in tempo di Covid è di spingerci (magari perché costretti dalle normative del governo) a ritrovare almeno un po’ l’essenzialità dell’evento che celebriamo, liberandolo da tutte quelle manifestazioni esteriori che, pur legittime, contribuiscono, spesso, a farcene dimenticare il significato vero. E questo significato è sempre una maggior apertura a Dio che viene e una maggior condivisione con i fratelli, come ha fatto Gesù nei nostri confronti.

Non è, quindi, meno Natale perché c’è il virus… Anzi, per certi aspetti è più Natale che mai.Concludo citando una frase molto bella di uno dei prefazi del Natale: “Generato prima dei secoli, Il Verbo di Dio cominciò a esistere nel tempo, per reintegrare l’universo nel tuo disegno, o Padre, e ricondurre a te l’umanità dispersa”. Veramente la nostra umanità è, in questo momento, assai smarrita e dispersa. Essa ha bisogno di ritrovare il disegno originario che le dia direzione e senso. Più ancora ha bisogno di ritrovare in Gesù, nella sua parola e nel suo amore, unità e speranza per avere la forza di superare il momento di prova che stiamo attraversando.

L’augurio che rivolgo a tutti voi è quello di vivere bene, con una vera partecipazione interiore ed esteriore, questo Natale in tempo di Covid. Guardando e pregando quel bambino posto sulla mangiatoia possiamo trovare davvero luce e fiducia, superando gli smarrimenti e le dispersioni interiori che tutti viviamo.Buon Natale, cari fratelli e care sorelle!+ Corrado Pizziolo, vescovo di Vittorio Veneto