Distanza: km 11,9
Aumento di quota D+: m 802
Tempo di percorrenza: 5h 30’
Grado di difficoltà: medio
Descrizione:
Scendono come due grandi onde verso la pianura dalle pendici del Pizzoc, abbracciano quel lembo di terra inclinata di origine glaciale chiamata Piadera, hanno dato per secoli la marna e l’arenaria per costruire le case dei trevigiani. Sono le Coste di Serravalle e di Fregona, ed oggi le affronteremo con un anello escursionistico spettacolare. Si parte dalla Pieve di Sant'Andrea di Bigonzo, la più antica di Vittorio Veneto, e si prosegue verso il centro di Serravalle fino a risalire la scalinata di Sant’Augusta che dopo alcuni tornanti ci porterà all’omonimo santuario. Da lì si imbocca il sentiero coincidente con l’alta via n.6 e saliamo alla Turris Nigra per poi proseguire sul filo di cresta della Costa di Serravalle passando per boschi e radure. Raggiunta una cava in disuso, si devia a destra al bivio successivo e si scende ripidamente in direzione di Ciser. Arrivati alla strada asfaltata dove vi è un acquedotto, si gira a destra per poi imboccare subito a sinistra una stradina sterrata che poi si fa sentiero. Questo ci porterà in direzione della seconda Costa, quella di Fregona, passando per località Piadera Bassa - San Mamante. La si percorre in discesa godendo di un panorama unico, verso la pianura: alla nostra sinistra Fregona, Osigo, Montaner, davanti a noi Costa di Vittorio Veneto, a destra Rindola e Serravalle. Giunti all’altezza della Madonna della Salute, si devia a destra per ridiscendere il pendio fino ad incontrare il lungo rettilineo che ci consentirà di ritornare a Sant’Andrea per chiudere l’anello.
Curiosità:
La cava che si incontra nell’escursione fu gestita dalla società Italcementi e, come le altre del Colle di San Paolo e di cima Pizzoc, serviva per estrarre la marna da cemento. Il materiale scendeva allo stabilimento di Sant’Andrea, tuttora presente ma non più attivo, tramite una teleferica di cui sono ancora visibili i piloni allineati verso Piadera. Agli inizi del secolo scorso fu aperta un’altra cava a nord di Sonego ma un grave incidente occorso nel 1951 ne interruppe l'attività. L'ultima cava attiva è stata quella di Nove in Val Lapisina.
Le foto e la traccia GPS sono disponibili nel sito www.lazione.it
La mappa è stata elaborata dallo scenario: 3Dolomiti - © Consorzio Dolomiti