
“Non dobbiamo cedere alle tentazioni della tristezza e della disperazione”. È il messaggio che i vescovi cattolici latini dell’Ucraina lanciano nella Lettera pastorale scritta per la nona edizione della Settimana dell’Educazione, che si celebra dal 1° al 7 settembre, in concomitanza con l’apertura delle scuole nel Paese invaso dall'esercito russo.
“Abbiamo dovuto vivere i tempi difficili di una guerra brutale, che distrugge, paralizza e devasta senza pietà non solo i territori, ma anche le anime”, scrivono i vescovi. “La realtà in cui viviamo è difficile, siamo costantemente nella paura e nell’incertezza riguardo al futuro, non sapendo cosa accadrà dopo e cosa pianificare per domani. La guerra vuole anche distruggere i nostri sogni e le nostre buone speranze per il futuro. In particolare, non è facile per voi, giovani uomini e donne, studenti delle scuole di oggi e di domani. Potreste sentirvi soli e abbandonati anche nella vostra fede perché il Signore sembra essere molto lontano. Tuttavia, non è così. Il Signore è vicino, cammina con noi, ed è Lui il nostro futuro, la nostra speranza, la nostra forza e la nostra vittoria”.
I vescovi additano ai giovani l’esempio del beato Pier Giorgio Frassati che il 7 settembre sarà canonizzato. E citano una sua frase: “La fede è l’unica ancora di salvezza. Ad essa bisogna aggrapparsi fortemente: senza di essa che sarebbe tutta la nostra vita? Nulla o meglio sarebbe spesa inutilmente”.
“Molti di voi, cari fratelli e sorelle – prosegue la Lettera -, hanno perso i genitori e i parenti a causa di questa guerra, e alcuni stanno aiutando i parenti che sono tornati dal fronte feriti mentalmente e fisicamente a causa degli attacchi russi contro i civili”.
In questo drammatico scenario di guerra, l’invito dei vescovi ai giovani è quello di continuare a “vivere, cercando sempre instancabilmente la luce di Dio in queste tenebre del male e di essere noi stessi la Sua luce”.
Anche l’arcivescovo maggiore degli ucraini greco-cattolici Sviatoslav Shevchuk rivolge un pensiero ai bambini e ai giovani che iniziano l’anno scolastico. Nel suo tradizionale video messaggio settimanale, ricorda che dall’inizio della guerra su vasta scala, 406 istituzioni educative sono state distrutte e altre 2.600 sono state danneggiate. Ma nonostante tutto, i bambini e i giovani in Ucraina studieranno.
“L’anno scolastico in condizioni di guerra – dice Shevchuk – è una lotta difficile per il diritto dei bambini e dei giovani all’istruzione. Organizzare il processo educativo in queste condizioni è un vero eroismo. Vogliamo ringraziare tutti coloro che conquistano il diritto dei nostri bambini e giovani di imparare ogni giorno”.