E’ stato reso noto pochi giorni fa il riparto definitivo del contributo straordinario statale spettante agli enti istituiti a seguito di fusione tra Comuni. Dopo uno stanziamento iniziale di circa 76 milioni e mezzo di euro, il fondo è stato aumentato di oltre 8 milioni (quale residuo del fondo di solidarietà comunale per l'anno 2020, ma anche dell’incremento strutturale di 6,5 milioni di euro in favore delle fusioni), fino a superare in totale gli 84,6 milioni di euro (1,4 milioni in più rispetto al 2020).
L’ultima analisi della Fondazione Think Tank Nord Est evidenzia il dettaglio dei contributi spettanti alle fusioni di Comuni del Veneto nel 2021. Va a Borgo Valbelluna il contributo maggiore, pari a 2 milioni di euro, oltre 300 mila in più rispetto allo stanziamento iniziale. Ricchi anche gli incentivi di Alpago e Longarone, oltre 1,2 milioni di euro, con Alpago che ha ottenuto un extra di circa 115 mila euro, mentre a Longarone è stato confermato l’importo iniziale. Borgo Veneto e Valbrenta ricevono quasi un milione di euro a testa, grazie ad un extra-contributo di oltre 150 mila euro. A Pieve del Grappa arrivano 900 mila euro (+141 mila rispetto a quanto preventivato), a Colceresa quasi 840 mila euro (+157 mila rispetto alla previsione iniziale), a Barbarano Mossano poco meno di 800 mila euro (+124 mila), a Val di Zoldo 726 mila euro (+68 mila), a Lusiana Conco 717 mila euro (+135 mila). Quero Vas vede riconfermarsi il contributo di circa 584 mila euro, mentre Val Liona ottiene 456 mila euro, con un incremento di 57 mila rispetto allo stanziamento iniziale.
I contributi statali vengono erogati per 10 anni dalla fusione e a questi si aggiungono ulteriori risorse assegnate dalla Regione Veneto ed altre forme di premialità. A livello statale, gli stanziamenti sono aumentati ininterrottamente dal 2014 ad oggi, passando da 9,5 milioni a 84,6 milioni, in virtù dell’incremento del numero di fusioni e dell’ampliamento del fondo ad esse dedicato. Nel tempo è cresciuto anche il contributo alle aggregazioni del Veneto: inizialmente erano solo due e beneficiavano in totale di poco meno di 600 mila euro, mentre nel 2021 sono diventate 12 ed hanno ottenuto complessivamente 11,4 milioni di euro. A livello regionale, il Veneto si posiziona al quarto posto per volume dei contributi ottenuti (il 13,5% del totale), dietro a Lombardia, Toscana ed Emilia Romagna, che hanno portato a termine un maggior numero di fusioni.
“I contributi statali premiano le fusioni tra Comuni perché creano le condizioni per il miglioramento dei servizi a livello locale - spiega Antonio Simeoni, vice presidente della Fondazione Think Tank Nord Est - e per la realizzazione di progetti, che senza queste risorse straordinarie non si potrebbero concretizzare. L’aggregazione dei Municipi rappresenta un’opportunità perché consente di strutturare uffici comunali in grado di rispondere alle richieste di cittadini e imprese, mantenendo il presidio del territorio ed il rapporto con la cittadinanza. La sfida che i piccoli Comuni si trovano oggi ad affrontare è quella di ricostruire dal basso, in maniera sartoriale, il bacino territoriale più adatto a conciliare identità ed efficienza amministrativa: il futuro delle comunità locali - conclude Simeoni - dipende anche dalla capacità di sviluppare percorsi di fusione tra Comuni, funzionali al rilancio dei territori meno popolati e periferici.”
(fonte: comunicato stampa)