
Dopo i funerali di Papa Francesco, il dibattito sul suo successore infiamma il panorama mediatico. Ogni trasmissione, social network o mezzo di comunicazione sembra impegnato a pronosticare il nome del futuro Pontefice. Si susseguono ipotesi, si manifestano preferenze per questo o quel cardinale.
È comprensibile nutrire personali (e legittime) aspettative e sentirsi naturalmente inclini a sostenere la figura più affine alla propria visione della Chiesa. Tuttavia, per una realtà intrinsecamente umana e divina, avvolta nel mistero, sarebbe opportuno superare le logiche sportive o politiche. L'obiettivo primario dovrebbe essere il bene superiore: il bene della Chiesa e il bene di tutti.
Con questo spirito – e non con dinamiche partitiche o da stadio – andrebbe affrontato il delicato processo di nomina del nuovo Pontefice. In altre parole, più che "fare il tifo" per un candidato piuttosto che un altro, basandosi su affinità personali, è fondamentale auspicare (e per un credente, innanzitutto pregare) che venga eletta la persona più adatta e capace di assumere il ruolo di "successore di Pietro" in questo preciso momento storico e in questo specifico contesto mondiale.
È cruciale rimanere aperti alle sorprese e alle novità dello Spirito, che opera attraverso le scelte e le decisioni umane, a condizione che l'umanità lo lasci agire senza opporre resistenza. Se proprio desideriamo "tifare" per qualcuno, allora, il nostro sostegno dovrebbe rivolgersi allo Spirito Santo. Dovremmo invocarlo con insistenza affinché possa agire liberamente ed efficacemente nel prossimo Conclave, guidando i cardinali verso la scelta più autentica e più evangelica.
Alessio Magoga