
Una festa prettamente polacca ha accolto a Vienna l’affissione e benedizione della lapide commemorativa della preghiera di pace elevata dal beato Marco d’Aviano alla vista della capitale allora dell’impero asburgico assediata nel 1683. Essa ha occupato l’intera mattinata di domenica 7 settembre e ha visto primo concelebrante la messa in onore di Marianamen il promotore mons. Romano Nardin e la delegazione del Comitato Beato Marco operante da Pordenone (in essa vi erano altri nostri condiocesani, fra i quali il solerte Giuseppe Lorenzet). Presente l’abate cistercense Szypulski, rappresentanze diplomatiche e militari in servizio nella capitale d’Austria, Carlo von Absburg figlio del compianto arciduca onorevole Otto a sua volta figlio dell’ultimo imperatore, il beato Carlo I, nonché l’assessore regionale del Friuli Venezia Giulia Stefano Zannier, avendo la regione autonoma finanziato convintamente l’opera. Per il raggiungimento dello scopo mons. Nardin (92 anni compiuti mercoledì 10 settembre) ha lavorato con tenacia sostenuto dagli ideali di fede e di pace, e dal valore imprescindibile dell’unione fra i popoli europei, di cui Padre Marco è emblema e monito: di essi abbiamo intensamente bisogno di questi tempi. Lo stesso don Romano, dopo la celebrazione eucaristica e la scopertura della lapide trilingue, ha impartito la benedizione finale ai presenti con la formula usata da Padre Marco e con la reliquia del beato cappuccino. Alla tomba di questo nella centralissima Kapuzinerkirche i pellegrini, raggiunti dal gruppo dei danzerini di Aviano, avevano vissuto la celebrazione eucaristica la sera di sabato 6 deponendo fiori e una speciale preghiera impetratoria della pace. WA