
«Ogni parrocchia, ogni associazione, ogni gruppo ecclesiale è chiamato a diventare protagonista della “rivoluzione” della gratitudine e della cura, da realizzare facendo visita frequentemente agli anziani». Così papa Leone XIV nel Messaggio in occasione della quinta Giornata dei nonni e degli anziani che si celebra domenica 27 luglio, quarta del mese, in prossimità della memoria liturgica dei santi Gioacchino e Anna (26 luglio), i “nonni” di Gesù. «Visitare un anziano è un modo per incontrare Gesù, che ci libera dall’indifferenza e dalla solitudine» osserva Leone, che evidenzia come la logica di Dio nella Bibbia è del tutto opposta a quella della dimenticanza di cui gli anziani sono spesso vittime: «La Sacra Scrittura presenta diversi casi di uomini e donne già avanti negli anni, che il Signore coinvolge nei suoi disegni di salvezza». Abramo e Sara, Zaccaria ed Elisabetta, Nicodemo, e Mosè, «chiamato a liberare il suo popolo quando aveva ben ottant’anni». Tutte persone il cui “sguardo di speranza nel futuro” sembrerebbe già chiuso, e invece «il Signore li coinvolge nei suoi disegni di salvezza», perché, spiega il Pontefice, «ai suoi occhi la vecchiaia è un tempo di benedizione e di grazia e gli anziani, per Lui, sono i primi testimoni di speranza». «Abbracciare un anziano – scrive ancora Leone – ci aiuta a capire che la storia non si esaurisce nel presente, né si consuma tra incontri veloci e relazioni frammentarie, ma si snoda verso il futuro». FC