PORTOBUFFOLÈ: una serata dedicata alla "speranza in pietra" di Gaudí
Grazie alla parrocchia e al Centro culturale “On the Road” di Oderzo e Portobuffolè
Redazione Online
17/08/2025

Il piccolo borgo di Portobuffolè, lo scorso 8 agosto, ha ospitato una speciale serata culturale nel giardino della canonica della parrocchia, grazie al Centro culturale “On the Road” di Oderzo e Portobuffolè. Da oltre dieci anni l’associazione propone, con sguardo umano e appassionato, incontri per avvicinare le persone ad artisti e figure della cultura: da Dante a Giotto, da Gaber a Battisti. Quest’anno, nell’anno giubilare, la scelta è caduta su Antoni Gaudí, architetto della Sagrada Familia, simbolo di una Speranza concreta che prende forma, colore e luce nella pietra.

Ad aprire l’incontro, il canto “Be still my heart” di Jacqui Treco: una melodia dolce che invita a non temere, a confidare, introducendo il clima di ascolto e riflessione. Il giardino era gremito, in un silenzio attento: bambini seduti sull’erba, adulti rapiti dalle immagini proiettate e dalle parole di don Carlo Gervasi, che ha raccontato la vita e l’opera di Gaudí, sottolineando come la Sagrada Familia sia nata dal nulla, cresciuta tra difficoltà, guerre, distruzioni, ma mai abbandonata.

Chiamato nel 1889 a dirigere i lavori, Gaudí trasformò il progetto originario in qualcosa di totalmente nuovo: portali come grotte, torri come fiamme, forme ispirate alla natura. Non disegnava solo, ma costruiva modelli in gesso – distrutti nel 1936 durante la guerra civile – poi ricostruiti pezzo per pezzo, in un paziente lavoro di fede e memoria durato trent'anni. Don Carlo, che visitò il cantiere da ragazzo nel 1973, ha raccontato la sua personale ammirazione, cresciuta nel tempo insieme alla conoscenza di quell’opera unica e irripetibile.

"Al cuore dell’ingegno di Gaudí - spiega Chiara Tosetti, vicepresidente del Centro Culturale On the Road - c’è l’arco catenario, forma naturale che permette di scaricare i pesi a terra senza supporti esterni: un’intuizione geniale che racchiude il segreto della sua architettura e, simbolicamente, anche della Speranza cristiana. Come l’arco catenario regge l’edificio affidandosi alla gravità, così la Speranza si fonda su una fiducia profonda nella realtà, nella sua bellezza e nel bene che, pur tra le difficoltà, continua a operare".

La serata si è conclusa con domande da parte del pubblico e i saluti finali di don Giorgio che, con generosità, ha messo a disposizione un luogo incantevole dove tenere l’incontro. A seguire, infine, in un clima familiare sotto le stelle, un momento conviviale ha chiuso una serata densa di arte, fede e umanità.

Nei prossimi mesi ci saranno nuovi appuntamenti: per rimanere aggiornati seguite le pagine social del Centro culturale On the Road di Oderzo-Portobuffolè.


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