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BORGO VALBELLUNA: Cesa, sabato 13 tutti in piazza per difendere Ideal Standard e Acc

"Ho l’onore di avere al mio fianco i Vescovi di Vittorio Veneto e di Belluno-Feltre"

BORGO VALBELLUNA: Cesa, sabato 13 tutti in piazza per difendere Ideal Standard e Acc

Il sindaco di Borgo Valbelluna Stefano Cesa ha scritto un appello a partecipare alla manifestazione indetta per sabato 13 a difesa delle aziende Ideal Standard e Acc. Ecco il testo integrale.

"Carissimi concittadini di Borgo Valbelluna, carissimi Bellunesi,

mi rivolgo a voi tutti: agli operai, agli impiegati e ai dirigenti delle imprese della nostra Provincia; ma anche agli studenti, agli artigiani, ai commercianti, ai professionisti, ai dipendenti pubblici, agli agricoltori, agli intellettuali e agli artisti, agli operatori turistici, a tutti, insomma, davvero a tutti! Nel territorio del Comune di Borgo Valbelluna sono a rischio incombente di chiusura due storiche attività industriali, che hanno dato un contributo decisivo allo sviluppo economico e alla prosperità civile, sociale e culturale della nostra comunità: la Zanussi Elettromeccanica, oggi ACC; e la Ceramica Dolomite, oggi Ideal Standard. Due aziende, nate entrambe all’interno di quel grandioso progetto di ricostruzione e di riscatto che seguì alla tragedia del Vajont; due aziende che avevano raggiunto il vertice mondiale nei loro settori, divenendo poi un indiscusso punto di riferimento tecnologico e organizzativo e contribuendo in misura decisiva alla modernizzazione sociale e all’internazionalizzazione del Bellunese. Ora, queste due aziende sono vicinissime al baratro: - ACC, dissestata dai fondi-locusta e salvata una prima volta, dopo una confusa gestione da parte di una proprietà cinese, ora è prossima alla conversione della procedura dell’amministrazione straordinaria in fallimento, anche a causa di alcuni incomprensibili comportamenti del Mise che non le ha erogato i finanziamenti che le sarebbero spettati per legge; - Ideal Standard, anch’essa gestita da fondi di investimento, incapaci di comprendere fino in fondo le logiche industriali e di un business fatto di prodotto, di tecnologia, di servizio, di competenza.

Dopo aver assistito, ad un atteggiamento estremamente responsabile da parte dei lavoratori e delle Organizzazioni Sindacali, che nel corso dell’ultimo decennio hanno accettato pesanti sacrifici e rinunce di diritti acquisiti con l’unico obiettivo di salvaguardare la fabbrica e garantire la continuità produttiva, questa azienda viene ora, dagli stessi fondi, abbandonata probabilmente con l’intento di far emigrare le sue produzioni in qualche area del globo dove pagare meno il lavoro e schivare meglio le tasse. Vedremo nelle prossime settimane quanto sono affidabili - dopo la certezza della sua dismissione - le promesse di non ostacolare la sua ricollocazione. Se la dismissione delle due fabbriche si realizzasse, sarebbe un disastro per l’intera Provincia: centinaia di lavoratori licenziati, la sicurezza delle loro famiglie disgregata, decine di imprese dell’indotto spinte nella crisi con i loro dipendenti, un immenso patrimonio di cultura tecnica e professionale disperso, un ulteriore perverso incentivo allo spopolamento della montagna, il dilagamento della tensione sociale in un momento già delicato. Una ferita forse inimmaginabile alla nostra stessa identità culturale e sociale: e al profilo stesso dei nostri valori, dove hanno sempre spiccato il lavoro, la dignità, la solidarietà, la responsabilità, l’integrazione. Per questo ho sentito il dovere, dopo aver scritto alle massime istituzioni della Repubblica, di invitare a una mobilitazione pubblica forte e visibile tutti i bellunesi, per riaffermare la loro volontà tenace e orgogliosa di non arrendersi, di non accettare a nessun costo la desertificazione industriale del loro territorio, di respingere ogni arrogante sopruso a danno della loro storia e della loro vocazione al lavoro.

Ho l’onore di avere al mio fianco i Vescovi di Vittorio Veneto e di Belluno-Feltre, che saranno anch’essi in piazza a testimoniare ad alta voce e con tutta la loro autorevolezza e con tutta la loro passione la loro condivisione per “la buona battaglia” della comunità bellunese a tutela della sua più autentica tradizione di lavoro. Ci saranno naturalmente le organizzazioni e le rappresentanze sindacali di tutte le categorie e di tutte le fabbriche, ci saranno i rappresentanti dei partiti, dei movimenti, delle associazioni, del volontariato. Ma vorrei che ci fosse ognuno di voi.

Dopo il tempo buio della pandemia, si riaffaccia il ritorno alla normalità del lavoro, delle relazioni, dei progetti condivisi, del futuro da disegnare con le proprie famiglie e con i propri amici. Ecco, affinché la nostra comunità possa continuare a tracciare un futuro per i nostri giovani, partendo da questo presente, conquistato con decenni di sacrifici e di dedizione, dobbiamo sollevare alta la nostra voce corale ed unanime a difesa di questo patrimonio industriale, a difesa del tessuto produttivo ed economico della Valbelluna, a stimolare Parlamento e Governo ad intraprendere una nuova politica industriale a tutela della più autentica tradizione di lavoro, come la nostra, a salvaguardia di un'economia etica e per la crescita e lo sviluppo di una comunità.

TUTTI INSIEME ALLA MANIFESTAZIONE “SALVIAMO L’INDUSTRIA E L’IDENTITÀ DELLA VALBELLUNA” SABATO 13 NOVEMBRE ALLE 10 IN PIAZZA PAPA LUCIANI A MEL DI BORGO VALBELLUNA. Mel di Borgo Valbelluna"

BORGO VALBELLUNA: Cesa, sabato 13 tutti in piazza per difendere Ideal Standard e Acc
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