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Cellulari e tumori: storico ricorso al Tar

È una causa senza precedenti quella lanciata dall’Associazione Per la Prevenzione e la Lotta all’Elettrosmog di Padova, che chiede al Tar del Lazio di ordinare al Governo l’effettuazione immediata di una campagna sull’utilizzo dei telefonini e sulle modalità per annullare o ridurre l’esposizione all’elettrosmog.

Cellulari e tumori: storico ricorso al Tar

È una causa senza precedenti quella lanciata il 19 marzo scorso dall’associazione APPLE(Associazione Per la Prevenzione e la Lotta all’Elettrosmog) di Padova e dal sig. Marcolini, che chiedono al Tar del Lazio di ordinare al Ministero della Salute e al Governo l’effettuazione immediata di una campagna sull’utilizzo dei telefonini e sulle modalità per annullare o ridurre l’esposizione all’elettrosmog.

Il ricorso si basa anche sulla sentenza della Cassazione, per ora unica al mondo, nella causa tra I. Marcolini e l’Inail, vinta dal dirigente d’azienda bresciano, sentenza che stabilisce il nesso di causa-effetto tra l’uso del telefono cellulare e il tumore alla testa che l’aveva colpito (la storia è anche un libro: “Toglietevelo dalla testa”, Ed. Chiarelettere – N.d.R.), nonché individua il conflitto di interessi di molti scienziati che negavano i danni e che erano finanziati da produttori e gestori di telefonia mobile.

I cellulari emettono onde elettromagnetiche ad altissima frequenza e lo IARC il 31 maggio 2011 ha catalogato le radiazioni a radiofrequenza emesse dai telefonini come “agente possibile cancerogeno per l’uomo”. L’OMS (Org. Mondiale della Sanità) nella stessa occasione raccomandava misure per allontanare il cellulare dalla testa “…come, ad esempio, l’uso degli auricolari o sms”. Gli studi epidemiologici su larga scala hanno mostrato un aumento del rischio, fino al suo raddoppio, di tumore alla testa. Anche il rischio di neurinoma acustico è più che raddoppiato negli utilizzatori di cellulari da circa 10 anni con tempi di esposizione medi dai 16 ai 32 minuti al giorno.

In Italia il telefonino è uno degli oggetti di uso più comune e si stima che siano 40 milioni le persone che lo usano abitualmente, e di queste molte sono bambini. “Un utilizzatore medio di cellulare in Italia accumula da 80 a 180 ore di uso in un anno. Il dato sale a 360 ore per chi utilizza il telefono mobile 60 minuti al giorno (sono sufficienti 5 telefonate di poco più di dieci minuti per raggiungere tale livello.

“E’ stato inevitabile ricorre alle vie legali – spiega Laura Masiero presidente di APPLE – perché il Ministero della Salute, pur ricevendo numerose intimazioni anche dalla nostra associazione, si è sempre rifiutato di provvedere, a parte una risibile pagina su internet”. Marcolini aggiunge “Voglio dare il mio contributo perché si sappia che esiste un legame tra la malattia come quella che io patisco e l’uso del cellulare e del cordless”.

L’avv. Bertone, dello studio legale torinese Ambrosio e Commodo che ha preparato il ricorso, ricorda che molti paesi, tra cui Francia e Russia, avvisano la popolazione dei rischi di contrarre neoplasie attraverso l’uso dei cellulari, mentre in Italia a informare la popolazione ci pensano solo le Associazioni, i medici e alcune testate giornalistiche, come fu per una puntata di Report del 2011.

Con quest’azione legale, che non ha precedenti in Italia, si chiede di applicare il principio di precauzione (art. 191 Trattato sull’Unione europea), per evitare che aspettando ancora si consumi una strage silenziosa, come è stato per il fumo di sigaretta, l’amianto e gli emoderivati: anche per quei disastri su scala planetaria, ci fu chi lanciò inascoltati allarmi. Dobbiamo fare in modo che la storia non si ripeta.

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