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Il Salus, dove l’Unitalsi si fa famiglia

Pellegrinaggio diocesano a Lourdes - Giorno 6

Il Salus, dove l’Unitalsi si fa famiglia

La vita al Salus comincia presto e finisce tardi.

E’ l’alba quando medici, infermieri, sorelle e barellieri iniziano i vari servizi, che termineranno solo a notte fonda. Il Salus è una struttura dell’Unitalsi italiana riservata ai malati e al gruppo di volontari che offrono loro le cure mediche, l’assistenza personale, il conforto. Accoglie anche i vari servizi unitalsiani, dalla direzione alla segreteria, dalla mensa alla lavanderia, dalle carrozzine ai lettini per il trasporto in sede e nel santuario alla piccola e accogliente cappellina.

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Ogni malato ha una sua patologia, una sua situazione personale e familiare. Bisogna tener conto di tutto: provvedere a dare le medicine al momento giusto; effettuare le medicazioni; aiutarli nell’espletamento dei bisogni personali, dall’igiene, al vestirsi; pulire i locali, riordinare e riassettare le camere e i bagni. Si tiene conto delle esigenze e dei tempi di ogni persona per organizzare e vivere tutti i momenti della giornata, dai pasti alle uscite per le varie celebrazioni o per fare un giro nelle vie di Lourdes.

E’ pianificato chi fa e quando deve intervenire, così che i malati siano accuditi ventiquattro ore su ventiquattro, come pure l’impegno e le fatiche del personale siano equamente ripartire.

Anche quest’anno un affiatato gruppo di giovani si e’ occupato del servizio nella mensa, negli ascensori, durante le celebrazioni per la distribuzione dell’acqua e di supporto all’assistenza.

Capita molto spesso che i malati e gli anziani, che vi sono ricoverati, aprano il loro cuore al volontario di turno che li accompagna, si confidino, lascino trasparire i loro sentimenti di gratitudine e di serenità, perché si sentono acconti in un clima familiare... Questa è la famiglia dell’Unitalsi.

Il presidente della sottosezione Unitalsi di Vittorio Veneto, Loris Meneghel, ha ringraziato tutto il personale per essersi speso con generosità, senza tener conto delle fatiche, operando sempre con il sorriso.

La cronaca del sesto giorno inizia con la messa alla grotta, presieduta dal vescovo Pizziolo, che nell’omelia ha sottolineato come la Vergine Immacolata sia Maestra sulla via dell’Amore, ci inviti ad avere i medesimi sentimenti di suo Figlio per essere suo discepoli,  componenti della famiglia cristiana.

In processione, poi, tutti i pellegrini e gli ammalati, sono andati al di là del fiume Gave, per accendere il cero, segno – simbolo della preghiera che continua e delle intenzioni di tutti i fedeli vittoriesi che si affidano alla protezione mariana.

C’è stato il tempo per tornare in albergo per fare i bagagli e portarli nei predefiniti punti di raccolta, per effettuare una ultima visita alla Grotta, magari anche per comprare un ricordino, poi il pranzo. Quindi a scaglioni i pullman hanno ripreso la via di casa, a partire dal primissimo pomeriggio (i tre che effettuano il percorso più lungo, con il pernottamento ad Arles), e a seguire, nel tardo pomeriggio, l’attrezzato ed il comodo, che viaggiando di notte sarà a San Vendemiano all’incirca verso le 13 di domani.

Quanti sono rientrati in aereo sono già arrivati a casa.

Gerda e Loris Robassa

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