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Tivù e "virtù" delle donne dell'Est: attenti a minimizzare

Riflessione sull'infelice programma “Parliamone Sabato”.

Tivù e "virtù" delle donne dell'Est: attenti a minimizzare

Alla fine il programma “Parliamone Sabato” è stato cancellato. Lo tsunami di proteste che ha seguito la puntata di sabato 18 marzo ha giustamente avuto delle conseguenze. Ma ripercorriamo le tappe. Durante il contenitore pomeridiano Rai, la padrona di casa Paola Perego ha proposto una lista trovata in una pagina web di becera ironia per cui sarebbe meglio scegliere una donna dell’est Europa rispetto a un’italiana. La carrellata è una serie di imbarazzanti luoghi comuni sull’accondiscendenza servizievole di quel tipo di donne, talentuose perché capaci di tornare presto in forma dopo il parto, di non indossare pigiamoni o tute, di essere casalinghe perfette sin dalla più tenera età, di perdonare i tradimenti, di non lagnarsi o appiccicarsi troppo al proprio uomo ma, addirittura, di lasciarlo comandare. Un’accozzaglia di tristissimi cliché dal sapore medievale, che non possono e non devono passare per punti di un normale dibattito sulla tivù pubblica. Eppure è proprio ciò che è successo e l’indignazione social non si è fatta attendere, cui hanno seguito le scuse reali degli alti vertici Rai.Nella luce fredda del giorno viene tuttavia da chiedersi non tanto come un tale programma sia andato in onda, siamo ormai abituati al pattume, ma come mai nessuno tra gli ospiti in studio abbia trovato opportuno contestare punto per punto, alzarsi dalla poltrona e andarsene, schifarsi alla prima lettura, dimostrare per lo meno un gesto di incredulità. Com’è stato possibile portare avanti per buona parte della puntata un tale siparietto senza contestarlo, trovando altresì normale un tale chiacchiericcio? Fabio Testi, uno degli invitati, che durante la trasmissione ha apportato grandi testimonianze a proposito di superbi bordelli russi, al sapere dell’eliminazione del programma ha commentato la cosa come un’esagerazione. Erano solo battute, due cosette, che male c’è a prendersela così? Ecco, è proprio il minimizzare, il rendere tutto gioco, scherzo innocuo a trasformare tali messaggi in un vero e proprio pericolo. Perché ci sono temi su cui oggi, nel 2017, non serve più scherzare. Perché l’esasperazione di certi atteggiamenti ha portato negli anni a una sclerotizzazione dei generi che ha sfociato e sfocia tuttora nella violenza, nel femminicidio, nella discriminazione. E che la televisione di Stato cada volutamente in questi errori, veicolando certi messaggi a mo’ di inoffensivo passatempo, è una strategia che nessuno spettatore dovrebbe più accettare. Non perché la tivù debba educare, ma perché si smetta di veder sottolineati modelli dannosi, mentalità retrograde, squallidi pregiudizi.
Silvia Albrizio

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