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VENETO: il Tar dice che si possono cacciare i cervi

Anche se la stagione venatoria è ancora chiusa

VENETO: il Tar dice che si possono cacciare i cervi

Il Tar del Veneto ha riammesso la possibilità di cacciare i cervi nella zona Alpi anche nel periodo preapertura. Con decreto della presidente Maddalena Filippi, la prima sezione del Tribunale amministrativo regionale ha revocato la sospensiva emessa lo scorso 28 agosto nei confronti del calendario venatorio adottato della Provincia di Belluno, nell’ambito della delega regionale, in merito alla caccia agli ungulati per il periodo 16 agosto-14 settembre.

«Di fatto il giudice amministrativo ha fatto marcia indietro rispetto alla precedente decisione cautelare», si legge nella nota di commento diffusa dalla Regione, «riconoscendo la fondatezza del piano gestionale presentato dalla Provincia di Belluno e la sua piena adesione alle linee guida dell’Ispra, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, massimo organo scientifico nazionale per la tutela e la protezione dell’ambiente».

Nel respingere il ricorso presentato dall’Associazione difesa animali e ambiente (Aidaa) la prima sezione del Tribunale amministrativo regionale evidenzia come l’Ispra consideri «ordinariamente consentita» la caccia ai maschi di cervo e definisca «accettabile» la caccia alle femmine e ai piccoli nel periodo di preapertura della stagione venatoria, «tenuto conto della consistenza delle popolazioni di ungulati e dei piani di abbattimento del cervo in provincia di Belluno».

«Il piano di gestione degli ungulati nella zona Alpi e la conseguente autorizzazione alla caccia in preapertura», fa notare la Regione, «aderiscono in toto alle indicazioni di Ispra e rispondono alla necessità di riportare in equilibrio una specie in evidente sovrannumero, che tanti danni sta creando ai boschi, ai pascoli e alle colture delle terre in quota. L’estensione della possibilità di cacciare in preapertura anche gli esemplari femmina e i giovani cervi è finalizzata, come specifica il decreto del Tar, ad incrementare la percentuale di realizzazione del piano di gestione e a diminuire gli errori di abbattimento. Questo anticipo rappresenta una sperimentazione, la cui efficacia sarà valutata al termine del triennio, con una rigorosa analisi critica dei risultati. La bontà del metodo gestionale adottato dall’amministrazione regionale trova conferma anche in questo nuovo pronunciamento del giudice amministrativo». (fonte L'amico del Popolo)

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