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Vidor: i coniugi Buso rinunciano a contributo di 1.400 euro per la figlia disabile

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Vidor: i coniugi Buso rinunciano a contributo di 1.400 euro per la figlia disabile

Quando a Vidor, e non solo lì, dici Udino Buso, dici Casa Maria Adelaide Da Sacco. L’abitazione costruita alcuni anni fa per accogliere le persone con diverse disabilità nella frazione di Bosco è in gran parte opera sua. Sua la grinta, sue le corse, suo l’impegno: un insieme di speranza e pragmatismo, condiviso in itinere da molti altri, che ha visto realizzato il sogno di molte famiglie, preoccupate per il “dopo di noi” dei loro figli. 72 anni, manutentore alla San Remo di Caerano San Marco fino al ’67, poi impegnato nell’attività sindacale fino al ’96. Sposato con Gabriella, che sta uscendo ora da una brutta malattia, e papà di due ragazze: Barbara, che con il nipotino Mattia gli ha dato il titolo di nonno, e Sara, che da non autosufficiente lo ha portato in un mondo bello e difficile dove non puoi davvero mai dare nulla per scontato. È proprio in questo “nulla di scontato” che sta la decisione dei due genitori di rimandare al mittente i circa 1.400 euro l’anno che erano loro dovuti come aiuto per la presenza di un figlio disabile. Un contributo racchiuso in una sigla Icd (Impegnativa di cura domiciliare) che spiega una erogazione che la Regione dà alle famiglie per l’assistenza delle persone non autosufficienti al proprio domicilio. Nell'Azione del 7 gennaio intervista a Buso.

Vidor: i coniugi Buso rinunciano a contributo di 1.400 euro per la figlia disabile
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