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Via Crucis Pordenone-Aviano per dire no alla guerra - Gallery

Da vent'anni la Via Crucis Pordenone-Base USAF Aviano è un'espressione di preghiera e di riflessione.

Via Crucis Pordenone-Aviano per dire no alla guerra - Gallery

Da vent'anni la Via Crucis Pordenone-Base USAF Aviano è un'espressione di preghiera e di riflessione. Partendo dal Duomo di San Marco la Via Crucis si snoda prima per il centro di Pordenone attraverso i due corsi principali e poi si indirizza verso la base militare di Aviano. Un cammino di circa 11 km nel cui percorso sono previste alcune tappe identificate come "stazioni", nelle quali vengono proposte delle riflessioni, elaborate dai diversi aderenti, sul tema prescelto ogni anno. Non sono le canoniche quattordici stazioni ma solo alcune che servono a stimolare la riflessione e la preghiera. Partita vent'anni fa come segno simbolico di alternativa nei confronti della struttura militare USAF di Aviano, adoperata come base per le missioni nella martoriata ex Jugoslavia, si è poi caratterizzata come occasione di denuncia verso ogni forma di guerra e ordigno nucleare. La Via Crucis si pone in continuità con il "sitin" di ricordo del 6 e 9 agosto (date dello sgancio delle bombe atomiche in Giappone) e con la collegata iniziativa "paceinbici". La Via Crucis è un'occasione per pregare e riflettere sulla follia delle armi nucleari: uno spreco di ingenti risorse per armi sempre più sofisticate e sempre più disumane. 

NO ALLE GUERRE

il grido silenzioso dei pellegrini

 

“No a tutte le guerre” è stato il grido silenzioso, ma ugualmente intenso, degli oltre 500 pellegrini alla ventesima Via Crucis PORDENONE-BASE USAF di Aviano di domenica 13 marzo, nel ricordo di Giulio Regeni, Vittorio Arrigoni e Valeria Solesin. Ampia è stata l’adesione di organismi non politici tra cui “Beati i costruttori di pace Pordenone-Padova”, “Centro di Accoglienza E. Balducci” di Zugliano (UD) e altri. La manifestazione si è aperta alle ore 13.30 in piazzetta Cattedrale di Pordenone con il saluto del vescovo Giuseppe Pellegrini e la riflessione di don Pierluigi Di Piazza sul testo del vangelo di Matteo: “Non abbiate paura!” (Mt 28,5). Lungo tragitto i pellegrini hanno sostato per cinque volte, meditando su temi attualissimi. La prima stazione - “La paura del popolo” – ha preso spunto da Mc 15,6-15, con introduzione di don Albino Bizzotto e riflessioni dell’ing. Silvio Calò di Treviso. La seconda stazione, dal titolo “La paura dei religiosi”, partendo da Mt 26,57-68 ha dato spazio al commento di suor Eugenia Bonetti sulla tratta delle donne di colore: donne schiavizzate e talvolta uccise. “La paura dei politici” – la terza stazione – è stata sviluppata con una riflessione del magistrato Manuela Fasolato di Brescia sulla personale battaglia giudiziaria nei confronti della Società ENEL di Porto Tolle. È stata poi la volta della “paura degli Apostoli”, con un approfondimento su Mc 14,43-52 e la riproposizione del “Patto delle Catacombe” sottoscritto da oltre cinquanta vescovi conciliari nel 1965. Infine, la quinta stazione ha invitato a riflettere sulla “paura di Gesù” (Mc 15,33-39), con una proposta di don Luigi Fontanot parroco di Fiumicello, paese natale di Giulio Regeni. Le cinque riflessioni ribadivano l’invito dell’Angelo alle donne terrorizzate, accorse alla tomba di Gesù nel giorno della risurrezione: “Non abbiate paura!”. La Via Crucis, molto sentita dai partecipanti, è stata accompagnata anche dalla recita di salmi, canti e musiche diffuse lungo tutta la strada. Le tante bandiere arcobaleno invocavano “la pace” in tutto il mondo. Anche le campane del Duomo di Pordenone e della chiesa di Roveredo in Piano hanno incoraggiato a partire e a percorrere la strada per una grande invocazione di pace. Ci è piaciuto, in questa Via Crucis, la grande partecipazione di tante persone, anche giovani, consapevoli del momento storico del tutto particolare che viviamo. Le forze dell’ordine (carabinieri, polizia e vigili urbani) accompagnavano e valorizzavano il corteo bloccando incroci e rotatorie: faticavano anche loro con noi e impreziosivano il significato della manifestazione. Un sentito grazie agli organizzatori e a tutti i partecipanti.

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