IL PESO DEI CATTOLICI

«Ritengo che il fine principale di questo attacco mediatico, portato avanti con quel tono sprezzante che nasconde sempre carenza di ragioni, sia di condizionare la libertà della Chiesa, per impedire il suo aiuto ai migranti naufraghi». Sono le parole amare in chiusura alla “nota informativa” con la quale mons. Erio Castellucci, vescovo dell’Arcidiocesi di Modena-Nonantola e della diocesi di Carpi, dà conto dell’utilizzo di una parte delle somme assegnate alla “carità del Vescovo” e finite al centro di un polverone mediatico, dopo l’inchiesta giornalistica di Verità e di Panorama. Proprio quest’ultimo, infatti, ha pubblicato – prese chissà da dove? – le trascrizioni di dialoghi intercorsi (via chat) tra e il vescovo Castellucci ed alcuni responsabili di “Mediterranea Saving humans” (l’organizzazione non governativa che opera nel Mediterraneo per il soccorso dei migranti, ma sotto inchiesta dalla Procura della Repubblica di Ragusa per presunto favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e presunta violazione del codice della navigazione). Nel calderone, però, sono finiti tutti i vescovi italiani che, secondo Panorama, finanziano ingenuamente degli “arraffa-oboli”: cosa palesemente falsa, dal momento che le diocesi che hanno sostenuto Mediterranea sono solo due, tra l’altro in modo assolutamente trasparente, senza alcun’ombra di reato o di omissione.

Sulla questione, dopo alcuni giorni di prolungato silenzio, è intervenuta anche la Conferenza episcopale italiana con un comunicato stampa, che stigmatizza questo modo di fare giornalismo: «Sono state avanzate accuse diffamatorie nei confronti di persone e istituzioni ecclesiastiche, a partire da alcune chat usate in modo strumentale e improprio. Una pratica questa che, contro chiunque venga utilizzata, merita sdegno e disappunto». Nel medesimo comunicato, la Cei rivendica anche il diritto, secondo il magistero di Papa Francesco, di «muoversi con libertà e nel rispetto dei ruoli di ciascuno, schierandosi dalla parte di chiunque soffre fuggendo da guerre, violenze e povertà. L’impegno della Chiesa è combattere l’illegalità con la legalità, evitando che il Mediterraneo diventi sempre più un cimitero: ogni vita va salvata».

Tirando le fila, viene da chiedersi a chi giova questo “polverone mediatico”. Quale scopo ha? Sicuramente, chi lo ha alzato ha voluto colpire, innanzi tutto, le Ong che attuano il soccorso in mare (come Mediterranea). E anche alcune persone legate a questo tipo di realtà (leggi: il veneziano Luca Casarini, figura per certi versi controversa e divisiva, ciò nonostante “invitato speciale” al Sinodo dei vescovi sulla sinodalità). In secondo luogo, però, per tornare alle parole di mons. Castellucci, si è voluto colpire la Chiesa: senza dubbio la Chiesa “bergogliana”, per intenderci, sempre molto attenta, anche attraverso concrete forme di aiuto e di accoglienza, al fenomeno migratorio. Colpirla per castigare (o limitare) la sua azione ed offuscarne la credibilità. Magari a vantaggio di quella “fronda” tradizionalista e conservatrice che rema contro papa Francesco e contro la sua visione di Chiesa e che trova facile gioco in alcune forze di destra.

Cosa resta di questo episodio, del quale (val la pena ribadirlo) sono state pubblicate impropriamente sui giornali comunicazioni private, da cui in ogni caso non emerge alcun tipo di irregolarità a carico della Chiesa (per la precisione: di due diocesi italiane). Forse una questione di opportunità: prima di sostenere economicamente qualsiasi iniziativa, valutare bene i pro e contro (e se del caso assumersene anche i rischi). Un’altra domanda (per certi versi “a latere”, anche molto) riguarda il contributo dei cattolici in politica: se a sinistra il loro peso sta progressivamente sparendo (nella segreteria Schlein sembra non ve ne sia traccia), anche alla luce dell’episodio di cui sopra, non sembra che le cose vadano molto meglio nemmeno a destra.

Alessio Magoga