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INFORMAZIONE CATTOLICA: URGENTE FARE SQUADRA

L'editoriale del direttore, don Alessio Magoga

INFORMAZIONE CATTOLICA: URGENTE FARE SQUADRA

“Intelligenza artificiale e sapienza del cuore. Per una comunicazione pienamente umana”: è questo il titolo del messaggio di papa Francesco per la giornata delle Comunicazioni sociali che si tiene domenica 12 maggio, solennità dell’Ascensione. Il Pontefice mette in guardia dai rischi e dalle opportunità dei moderni mezzi di comunicazione (nella fattispecie quelli dell’Intelligenza artificiale) e raccomanda di salvaguardare l’umano. Citando Romano Guardini, papa Francesco afferma che, pur trattandosi di problemi di natura tecnica e scientifica, «essi non possono esser risolti se non procedendo dall’uomo; deve formarsi un nuovo tipo umano, dotato di una più profonda spiritualità, di una libertà e di una interiorità nuove».

Che cosa vuol dire tutto questo per chi si occupa di informazione nell’ambito della vita della Chiesa, dal momento che la comunicazione cattolica non è fuori del mare in cui nuotano tutti i media? Innanzi tutto, rendersi conto che quanto sta avvenendo nell’ambito della comunicazione è un succedersi di “rivoluzioni”. Anche per il mondo dell’informazione, non stiamo semplicemente attraversando “un’epoca di cambiamenti ma un cambiamento d’epoca”: sta cambiando tutto, ad un ritmo impressionante, con la necessità di una nuova professionalità e di investimenti – per chi è nel settore e vuole giocare la partita – sempre più ingenti.

Piaccia o no, è mutato profondamente il modo in cui le persone (e i giovani in particolare) si informano. Lo certifica il recente rapporto Censis sulla comunicazione che registra: la crescita della Tv via internet; il consolidamento di internet, smartphone e social network; una sostanziale tenuta della radio; la sofferenza della carta stampata; dei segnali di ripresa per i libri... Tra i giovani – sempre secondo il Censis – dominano YouTube ed Instagram, mentre la spesa delle famiglie premia sempre di più i dispositivi digitali (telefonini, computer ed accessori collegati).

Che cosa può fare l’informazione cattolica – che non ha a disposizione i mezzi dei grandi network – per affrontare questo Tsunami del mondo della comunicazione? Oltre a non avere timore di investire (per quanto può) in termini di innovazione, per apprendere i nuovi strumenti e i metodi del mondo digitale, fondamentale è fare rete. Non siamo all’anno zero su questo punto, ma è sempre più urgente fare squadra, condividere, sostenersi vicendevolmente...

La tendenza è chiara sia a livello dei media vaticani sia a livello della Chiesa italiana, dove l’impegno va nella direzione di una contaminazione e di un coordinamento sempre più forti: si tratta di portare questo stesso progetto anche agli altri livelli, per una più incisiva collaborazione tra le diocesi e, all’interno delle diocesi, tra le diverse realtà che si occupano di comunicazione. Un altro aspetto fondamentale riguarda la qualità dell’informazione. Serpeggia un certo senso di sfiducia nei confronti dei mezzi di comunicazione e, nel suo insieme, dell’attività giornalistica. Tale ritrosia può essere rintuzzata solo con una vera professionalità, che non si limita alla competenza tecnica (che tuttavia resta basilare), ma rinvia a quel “senso di umanità” che è al centro del messaggio di papa Francesco. Chi opera nel mondo dell’informazione cattolica, da questo punto di vista, non si trova affatto sfornito di mezzi ed il “senso di umanità” potrebbe fare la differenza.

Alessio Magoga

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