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DIOCESI: Mese del Creato, reazioni alla lettera del Vescovo

Dal settore vitivinicolo la richiesta di un confronto

DIOCESI: Mese del Creato, reazioni alla lettera del Vescovo

La lettera del vescovo Corrado in occasione del Mese del Creato (settembre 2021) ha aperto un dibattito con varie reazioni.

Zambon: un richiamo al senso civico e di responsabilità

“Il richiamo del Vescovo al rispetto dell’ambiente non può che essere condiviso – scrive in un comunicato ufficiale Floriano Zambon, presidente dell’associazione Città del vino d’Italia –. Città del vino, fin dall’inizio della sua attività, ha posto al centro della sua azione i temi della sostenibilità, dell’etica, delle buone pratiche. La viticoltura è attività complessa e soggetta ai capricci delle stagioni e spesso occorre intervenire per salvaguardare il raccolto, tenuto conto che per molte aziende, mi verrebbe da dire per molte famiglie, l’attività agricola è la principale fonte di reddito. Questo non dispensa dalle responsabilità che ognuno di noi, per il ruolo che ricopre, ha nei confronti del territorio in cui vive e delle persone che lo abitano. Recentemente i nostri Comuni, molti di essi soci di Città del vino, si sono dati regole condivise, ad esempio, per limitare l’uso della chimica in viticoltura; mi sembra sia stato fatto un grande lavoro di sensibilizzazione e di informazione che va ulteriormente incentivato”.

Bortolomiol: presto un tavolo con la diocesi

“Presto avremo un tavolo con la diocesi di Vittorio Veneto e incontreremo don Maurizio Dassie (firmatario, qualche settimana fa, di una lettera aperta insieme ad altri sacerdoti e diaconi dell’up dell’Abbazia ndr) e il Vescovo. Gli stimoli che ci arrivano dalla diocesi sono positivi ma forse puntando meno il dito si potrebbe lavorare meglio”. Così Elvira Bortolomiol, neopresidente del Consorzio Prosecco Docg.

Polegato: noi disponibili e sensibili

“Il Vescovo non ha detto nulla di nuovo… Come Coldiretti ci siamo dati regole interne per cercare di fare meno errori possibile, dialogare in modo sereno con il vicinante e con colui che subisce queste situazioni e fare delle denunce se necessario. Su questo siamo da sempre molto disponibili e sensibili”. Così il presidente della Coldiretti di Treviso Polegato.

Acli: “Non c’è più tempo per indugiare”

“Non c’è più tempo per indugiare, ciò che è necessario è una vera transizione ecologica che possa trasformare in sostenibili alcuni presupposti di fondo del nostro modello di sviluppo e rinnovare i nostri stili di vita, sia nelle relazioni interpersonali che nel rapportarci con l’ambiente – commenta Andrea Citron, coneglianese d’origine, presidente delle Acli del Veneto e delegato nazionale delle Acli ai temi ambientali –. Dobbiamo essere capaci di cambiare in profondità il nostro esser parte di questo pianeta, consapevoli della necessità, per salvaguardarlo, di realizzare quella conversione ecologica verso cui ci sprona il VI capitolo della Laudato si’. Che non può essere citata a vanvera ma va meditata e rimeditata quale testo fondativo per chiunque ha a cuore questa nostra terra”. “Allo stesso tempo – aggiunge Alessandro Pierobon, presidente provinciale Acli di Treviso – tale cambiamento deve essere ‘giusto’, ovvero non penalizzante, soprattutto sul piano dell’occupazione lavorativa. Bene ha fatto il nostro Vescovo a ribadire l’urgenza di porre fine allo sfruttamento lavorativo che in agricoltura raggiunge una delle sue rappresentazioni più note. Il lavoro dignitoso per tutti e il contrasto al caporalato restano una priorità”.

Zanoni: il Vescovo ha ragione da vendere

Condivide le parole del Vescovo il consigliere regionale del Partito democratico Andrea Zanoni, che sottolinea come “la vendita e l’impiego dei pesticidi continui ad aumentare: il Veneto è al primo posto in Italia, 12 kg per ettaro contro una media nazionale di 5, solo nella Marca oltre quattromila tonnellate l’anno, diciottomila in Veneto. Il Vescovo di Vittorio Veneto, così come i tanti parroci del Trevigiano che si sono schierati a difesa dell’ambiente, hanno ragione da vendere, ma sono parole che non vanno giù a chi si è arricchito con un sistema perverso e teme di vedere messi in discussione i propri privilegi. Perciò mi preoccupa e imbarazza maggiormente il silenzio di troppi veneti”.

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