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GMG 2023: impressioni sulle giornate di Lisbona

L'opinione di don Lorenzo Barbieri, delegato diocesano pastorale giovanile, e di Arianna Tomasi, volontaria

Parole chiave: Gmg 2023 (6), gioventù (6), Portogallo (5), giovani (30), Papa Francesco (16)
GMG 2023: impressioni sulle giornate di Lisbona

Di ritorno in corriera dalla GMG di Lisbona, qualche giorno fa abbiamo intercettato don Lorenzo Barbieri, responsabile della Pastorale giovanile della diocesi di Vittorio Veneto. Gli abbiamo chiesto qualche reazione “a caldo” sulla GMG. “Prima di partire - ha risposto - abbiamo fatto un po' di verifica tra i pellegrini della nostra diocesi: un piccolo scambio, anzi un’accensione di scambio tra noi. Eravamo solo due gruppi di quelli che hanno partecipato: un gruppo venuto con l’aereo e noi della corriera. Nello scambio, anche i ragazzi più giovani hanno parlato e hanno citato più volte le parole del Papa: significa che hanno superato la fatica della lingua, hanno ascoltato e hanno colto i messaggi di papa Francesco, soprattutto il suo invito a non aver paura, ad avere uno sguardo nei confronti di chi è caduto e di chi è nel bisogno… Hanno colto il senso delle parole del Papa”.

Il “gruppone” diocesano come ha interagito?

“Eravamo complessivamente in 140 e tutto sommato mi sembra che il gruppo abbia funzionato bene: c’è stato un buono scambio. C’erano gruppi parrocchiali e quindi non era automatico andare oltre la logica del proprio gruppo, ma mi pare che complessivamente tutti si siano buttati. È normale che alcuni fossero più legati tra loro, dal momento che erano già dentro ad un proprio gruppo di conoscenza, e quindi far girare un po' di più le relazioni non è sempre stato immediato, però c'è stato un buono scambio sia tra i gruppi delle diverse corriere sia tra le varie realtà presenti. Anzi direi che tra i ragazzi della nostra diocesi si sono create nuove amicizie e nuove conoscenze”.

E l’incontro con il vescovo Corrado?

“Sabato mattina, alla messa che abbiamo celebrato insieme come pellegrini diocesani, il vescovo ha fatto un bell’invito vocazionale, ricordando che alla GMG si può scoprire la propria vocazione e conoscere, magari, il proprio fidanzato o fidanzata. Sì, è stata una bella celebrazione e il vescovo ha fatto un bell’invito al dono di sé e alla ricerca della propria vocazione”.

L'organizzazione generale della GMG sembra abbia retto…

“Tutto sommato è andata bene. Come sempre c'è qualche fatica, ci sono delle difficoltà organizzative soprattutto in alcuni ambiti… Noi, per la verità, non le abbiamo sentite. Durante la veglia e la messa tutto sommato è andata meglio di altre esperienze: penso a Madrid 2011, ad esempio. I ragazzi sono stati sul pezzo e hanno seguito i vari momenti. Come detto, è piaciuta molto la Via Crucis. Anche la festa tra italiani è andata bene: quello che è piaciuto di più è stato il momento di preghiera, che è stato breve ma incisivo, anche grazie alle parole di don Michele Falabretti, responsabile nazionale della pastorale giovanile. Certamente è stato entusiasmante per i ragazzi l'incontro con giovani provenienti da tutto il mondo: si sono scambiati degli oggetti, come di tradizione, e sono rimasti provocati dalle diverse culture e dalle differenti esperienze di chiesa, ma anche dall'esperienza della fatica. Questa GMG ha fatto aprire gli occhi a molti e ha fatto pensare ad altre situazioni nel mondo”.

Per quanto riguarda l’impatto e la copertura mediatica della GMG?

“Non ne ho la percezione più adeguata, perché ero immerso nella GMG. Per quanto riguarda il Portogallo, sicuramente la GMG è stata vissuta come un evento epocale, se non altro per la massa di gente che si è riversata nel Paese e poi a Lisbona. Mi chiedo se esistono degli eventi a livello mondiale che muovano così tante persone - quasi due milioni -: è una cosa unica nel suo genere. Per quanto riguarda l’impatto, la percezione nostra è che gli eventi con maggiore afflusso di persone siano stati quelli in cui i ragazzi hanno saputo cogliere meglio il messaggio: penso soprattutto alla Via Crucis, che era certamente d’impatto. Bella anche la veglia: i ragazzi l'hanno vissuta davvero bene”. 

Un aspetto più faticoso?

“Le catechesi dei primi giorni sono state così così. Abbiamo avuto la percezione di un'occasione mancata. Ci aspettavamo di più. C'era uno schema, inviato dal Dicastero, sui tre temi (l'ecologia integrale, l'amicizia sociale e la misericordia) con la possibilità delle confessioni. Era un'occasione preziosa da sfruttare meglio: mi riferisco in particolare al contenitore - che è anche contenuto - delle catechesi: si voleva fare una catechesi diversa in un'ottica più sinodale, partendo dall'ascolto dei ragazzi e dal lavoro a gruppi, e che la catechesi si basasse sul confronto dei ragazzi… Però, non puoi fare una cosa del genere con 900 persone in un'ora e mezza; il rischio è che ne esca una cosa che nessuno ascolta. Per fortuna le parole del Papa hanno lasciato una traccia profonda”.

In corriera, c’è anche Arianna Tomasi, l’unica volontaria alla GMG della diocesi di Vittorio Veneto. Anche a lei chiediamo una reazione alla GMG. “Per quanto mi riguarda - risponde Arianna - questa GMG, rispetto anche a quella di Cracovia che ho fatto sempre come volontaria, ha avuto un impatto anche dal punto di vista mediatico molto più ampio sia sui social sia nell'opinione pubblica. Almeno qui in Portogallo c'è stata una cassa di risonanza importante. Tutto questo però è stato anche accompagnato, come mi dicevano alcuni volontari portoghesi, da critiche legate soprattutto alle spese che si sono fatte con soldi pubblici, impegnati in qualcosa che riguarda soltanto una parte della popolazione (i cattolici, ndr). Poi c’è stata tutta una serie di critiche rispetto agli scandali della Chiesa che sembrano venire nascosti da eventi come questo: ci sono state scritte sui muri, sguardi non sempre piacevoli… In ogni caso l'impatto di questa GMG è stato forte...”.

Al di là dell’impatto mediatico?

“Il bilancio è sostanzialmente positivo. È sempre molto arricchente partecipare. Il messaggio è passato soprattutto grazie alle parole del Papa. Non vedo l'ora di arrivare a casa per riguardarmi con calma i vari momenti: quando ero lì non ho potuto prestare l’attenzione necessaria, perché mi stavo impegnando come volontaria. Quello che mi ha colpito di più sono state soprattutto la Via crucis, la veglia e anche la messa: il Papa ha inviato un messaggio molto impattante, molto forte, sia per me sia per gli altri giovani presenti. Sono state parole molto efficaci”. AM

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