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COSA CI DEVE PREOCCUPARE DAVVERO?

L'editoriale del direttore, don Alessio Magoga

Parole chiave: terremoto (2), Sanremo (1), guerra (14), migranti (8)
COSA CI DEVE PREOCCUPARE DAVVERO?

Qualche giorno fa una persona mi ha chiesto come mai non fossimo intervenuti, come settimanale, in modo più deciso su quello che lei riteneva essere lo “scandalo” di Sanremo. Le sembrava troppo poco quanto scritto nella nostra rubrica dedicata ai programmi Tv, “Fuori onda”, dove si metteva sotto il riflettore il ruolo, di fatto secondario, assegnato alle donne. A mio avviso, questa era effettivamente una delle poche cose da dire sul Festival: nonostante le roboanti affermazioni in favore delle donne, anche nel mondo della televisione a loro vengono assegnati ancora ruoli marginali. Per quanto riguardo lo “spettacolo” – per così dire – prima di Blanco, devastatore di mazzi di rose, e poi di Fedez e Rosa Chemical, con il loro bacio “hard”, credo davvero che la cosa migliore fosse (e sia) lasciarlo giacere nel ghiaccio dell’indifferenza. E non dedicare loro neanche lo spazio di una riga. Anche perché, sinceramente, per quanto esecrabile sia stato quanto si è visto sul palco dell’Ariston, ci sono altri argomenti che stanno in cima ai pensieri di tanti italiani e che ci preoccupano davvero. E dinanzi a queste preoccupazioni, le scenate di un Blanco o di un Fedez sembrano davvero il nulla cosmico, non degno nemmeno di un battito di ciglio.

Ci preoccupa molto, invece, la guerra in Ucraina, per la quale dopo un anno di combattimenti, distruzioni e morte non si intravede alcuno spiraglio di pace. Anzi, lo scenario sembra via via complicarsi, con il rischio di un possibile allargamento del conflitto, mentre siamo lacerati tra il desiderio di pace e la necessità di difendere un Paese che è stato invaso. Come si potrà ricostruire la pace dopo centinaia di migliaia di morti e di famiglie segnate da questo dramma?

Ci preoccupa il fenomeno delle migrazioni. Angosciano episodi come quello di questi giorni a Cutro in Calabria con i suoi oltre sessanta morti, annegati per il naufragio dell’imbarcazione che li stava portando in Italia. Ogni volta ci stracciamo le vesti e diciamo “mai più”... fino al prossimo disastro. Non sarebbe meglio – dico per assurdo ma forse neanche tanto – svuotare i campi profughi in Turchia e in Libia e ospitarli in strutture dentro i confini europei, dove valutare chi ha diritto d’asilo e chi no? Forse, alla fine, ci costerebbe meno, proprio dal punto di vista economico: ci toglierebbe dal ricatto con cui questi Paesi tengono sotto scacco noi e l’Europa e toglierebbe i migranti dalle sgrinfie degli scafisti senza scrupoli.

Ci deve preoccupare il recente sisma in Siria e in Turchia: 50 mila morti, città devastate, feriti e macerie. Purtroppo, però, accade che anche dopo una tragedia immane come questa poi si gira pagina, perché c’è un’altra notizia, un’altra urgenza, un altro fatto che attira l’attenzione di noi spettatori senza memoria. Preoccupa la siccità che sta attanagliando il nostro territorio da più di un anno e delle cui conseguenze non ci stiamo ancora rendendo conto. Preoccupa anche l’astensionismo dilagante che segnala una crescente distanza tra istituzioni (democratiche) e una larga fascia di popolazione. La lista, ahimè, potrebbe continuare. Sono queste le cose che ci preoccupano o ci dovrebbero preoccupare e di cui vale la pena parlare e scrivere. Per chiamarle con il loro nome e riconoscerle innanzi tutto e magari anche, un po’ alla volta, trovare delle vie di soluzione.

Alessio Magoga

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