ELEZIONI REGIONALI: candidati consiglieri a confronto con la Cisl Belluno Treviso
Orrù: “Servono tavoli permanenti di confronto tra istituzioni e parti sociali nei territori”
Redazione Online
03/11/2025

Oltre cento fra dirigenti e delegati componenti del Consiglio generale della Cisl Belluno Treviso hanno incontrato oggi - lunedì 3 novembre - al BHR Hotel di Quinto di Treviso quattro candidati dei due principali schieramenti politici – due per Treviso e due per Belluno - alla carica di consigliere regionale in vista delle elezioni venete del 23 e 24 novembre. Si sono confrontati con la platea cislina Paola Roma e Andrea De Bernardin per il centrodestra e Claudio Beltramello e Alessandro Del Bianco per il centrosinistra. Al centro del confronto, il manifesto “PER IL VENETO DEL FUTURO. Un patto per lo Sviluppo, il Lavoro, lo Stato sociale” elaborato da Cisl Veneto, con il contributo di tutte le Unioni sindacali territoriali.

Qualità e sicurezza del lavoro, formazione, partecipazione e democrazia economica, transizioni digitale ed ecologica, crisi demografica e ricambio generazionale, sanità e welfare, politiche abitative, giustizia retributiva, mobilità sostenibile, attrattività e coesione territoriale. Sono questi i temi centrali della piattaforma programmatica della Cisl sottoposti all’attenzione dei candidati consiglieri, sollecitati con proposte concrete - l’istituzione di un Consiglio regionale dell’economia, la creazione di un Osservatorio sulla partecipazione, la promulgazione della legge per i caregiver, l’incremento degli investimenti in ricerca e sviluppo al 3% del Pil regionale, l’istituzione di un soggetto pubblico-privato per affrontare l’emergenza abitativa - e una visione strategica sul futuro del territorio ben rappresentata nella relazione introduttiva del segretario generale della Cisl Belluno Treviso Francesco Orrù.

“Nel Manifesto – ha detto Francesco Orrù, segretario generale della Cisl Belluno Treviso – abbiamo indicato una rotta chiara per la ripartenza della nostra regione. Al centro c’è la partecipazione, intesa come un patto di corresponsabilità tra imprese e lavoratori, tra cittadini e istituzioni, per costruire comunità più coese e un’economia fondata sul bene comune. È da qui che bisogna ripartire, creando anche strumenti concreti come un osservatorio regionale sulla partecipazione. Un altro punto chiave è il rilancio dell’attrattività dei territori, perché senza giovani, famiglie e nuove professionalità il Veneto, a partire da Treviso e Belluno, rischia di perdere slancio. Dobbiamo rendere le nostre province luoghi dove sia possibile vivere, lavorare e costruire il proprio futuro: garantire lavoro stabile con salari adeguati, accesso agli alloggi, servizi, formazione, infrastrutture, un sistema socio-sanitario che dia risposte ai cittadini, partendo dalle fasce più fragili. Essere attrattivi significa anche saper costruire una contrattazione di qualità, capace di riconoscere il valore reale del lavoro”.

“Per guardare davvero al futuro - ha aggiunto Orrù - dobbiamo governare le tre grandi trasformazioni che stanno ridisegnando il nostro tempo. La prima è quella demografica: saremo sempre più anziani e sempre meno numerosi e questa è la vera minaccia per la tenuta economica e sociale. Lo spopolamento e l’invecchiamento riducono la forza lavoro e mettono in discussione la sostenibilità del welfare. Serve una politica di immigrazione intelligente e responsabile, capace di superare paure e stereotipi, e di promuovere una vera integrazione, fondata su formazione, lavoro e diritti. La seconda è la transizione ecologica, che deve coniugare tutela ambientale e sviluppo sostenibile. Parliamo di difesa idrogeologica, uso consapevole delle risorse, energie rinnovabili e valutazione seria anche delle nuove frontiere energetiche, come il nucleare di quarta generazione. Infine, la trasformazione digitale: innovazione, ricerca e formazione continua sono la chiave per rendere le imprese più competitive e i lavoratori più forti”.

“A chi sarà chiamato a governare la Regione, eletto nei nostri territori – ha concluso Orrù – chiediamo una cosa semplice ma fondamentale per offrire risposte concrete alle comunità: l’istituzione di tavoli permanenti di confronto tra istituzioni e parti sociali a livello locale, in modo da garantire un dialogo costante sui problemi reali delle due province”.

La crisi demografica, abitativa e salariale delle province di Treviso e Belluno è stata analizzata attraverso una ricerca curata dall’Ufficio Studi del sindacato, che ha offerto una fotografia dettagliata e aggiornata della situazione. In due province in cui la maggioranza della popolazione che lavora ha un reddito compreso fra i 15mila e i 26 mila euro (32% a Treviso, 35% a Belluno) e in cui la retribuzione media di un lavoratore dipendente è di 23.776 euro a Belluno e di 25.358 a Treviso, l’inflazione dal 2016 ad oggi ha eroso pesantemente il potere d’acquisto, calato di oltre il 9% per i lavoratori e le lavoratrici del Bellunese e di più dell’11% nella Marca trevigiana. Il motivo? I salari sono cresciuti ma non sono riusciti a stare al passo dell’aumento del costo della vita: a Belluno, le paghe sono aumentate del 10% dal 2016 ad oggi, ma l’inflazione del 19,4%; a Treviso, +9,2% per gli stipendi dei dipendenti e +20,4% di inflazione.In rappresentanza del Consiglio generale, dieci sindacalisti sono intervenuti rivolgendo ai candidati consiglieri domande specifiche legate alle priorità dei territori e ai settori di riferimento, chiedendo loro di assumere impegni precisi.

Dalle Federazioni e dalle associazioni della Cisl sono arrivate molte richieste, a partire dalla garanzia di un impegno concreto per la sicurezza sul lavoro, ambito in cui i dati sono sempre drammatici: 13.922 infortuni nella Marca nel 2024, già 8.227, di cui 9 mortali ad agosto 2025; 1.966 a Belluno nel 2024, 1.831, di cui uno mortale, nei primi otto mesi dell’anno. È stata poi chiesta una precisa assunzione di responsabilità in materia socio-sanitaria, ambito ben analizzato dall’Ufficio Studi Cisl, che ha evidenziato l’aumento della spesa cosiddetta “out of pocket” ossia a carico del cittadino (ticket e visite o esami in regime privato) a livello veneto: +40,41% dal 2017 ad oggi, sa fronte di una spesa pubblica che, sempre a livello regionale, è invece cresciuta del +26%. 

A testimoniare la difficoltà dell’accesso alle cure, anche l’aumento degli accessi in codice bianco al Pronto Soccorso (+ 65% dal 2015 al 2023 nel Bellunese, + 61% nella Marca) e la diminuzione del numero dei medici di medicina generale: -11%, da 128 a 114, negli ultimi tre anni in provincia di Belluno e -2%, da 504 a 494, nella Marca. E ancora, l’impegno per affrontare la crisi abitativa che colpisce trasversalmente entrambe le province, dove aumenta il numero di case disabitate o non occupate stabilmente, soprattutto nei territori pedemontani e collinari della Marca e nelle aree turistiche del Bellunese, dove la pressione immobiliare legata al turismo e agli affitti brevi si traduce in una crescente distanza fra patrimonio abitativo e residenza stabile.

Difficoltà che si intrecciano con l’inverno demografico, lo spopolamento dei Comuni montanie con la difficoltà di lavoratori e lavoratrici, che pur richiesti dalle aziende, spesso rinunciano a posti pubblici e privati per l’impossibilità di trovare casa.

Un corto circuito - ha spiegato Orrù- che, nel giro di quindici anni, porterà a una carenza di 23 mila lavoratori nel Bellunese e di 80 mila nella Marca, in un contesto in cui allo stesso tempo c’è una parte del tessuto industriale produttivo del territorio in difficoltà perché non è riuscito a tenere il passo con i cambiamenti tecnologici, organizzativi e di mercato”.

Le conclusioni dell’incontro sono state affidate al segretario regionale della Cisl Veneto, Massimiliano Paglini, che ha ringraziato la Cisl territoriale per l’organizzazione dell’evento e ha ripercorso il percorso che ha portato alla stesura del Manifesto, frutto di un impegno collettivo che ha coinvolto tutti i territori e le federazioni della Cisl.