
“Costruire ponti, cercare il dialogo, anche laddove i cristiani sono una minoranza, con autentico rispetto per le persone di altre tradizioni religiose, soprattutto attraverso la testimonianza dell’autentico amore e della misericordia cristiana, perché ‘da come vi amate vi riconosceranno’”. È l’invito del Papa, al termine del suo discorso ai vescovi di nuova nomina nell’Aula del Sinodo, la mattina dell'11 settembre (tra loro il vescovo Riccardo Battocchio). Leone XIV – riferisce la Sala Stampa della Santa Sede – ha parlato della formazione nei seminari, della responsabilità della formazione iniziale, ha esortato a ricevere chi viene, ad accogliere le vocazioni, chiedendo tuttavia di “accompagnare ciascuno a scoprire altre dimensioni del Vangelo e della vita cristiana e missionaria”. E nel parlare di missione, ha suggerito di “fare affidamento anche su quei laici autenticamente missionari presenti nei movimenti”, che possono essere una speranza per la Chiesa locale. Alle domande sulle gravi conseguenze delle crisi ambientali, il Papa ha ricordato il decimo anniversario dell’Enciclica Laudato si’ e incoraggiato a promuovere il tema nella pastorale. “La Chiesa sarà presente” su questo fronte, “senza però che a questo si mischino altre tematiche che sono contrarie all’antropologia cristiana”. Sono stati toccati, inoltre, i temi dei rapporti tra i diversi organismi nella Chiesa, universale e particolare, del processo di nomina dei vescovi, oggetto di studio di alcuni dei gruppi avviati dal Sinodo, delle tante crisi in atto nel mondo, della necessità di condividerle ed affrontarle insieme, del valore della presenza del vescovo, che sia vicino alla sofferenza. E si è parlato di giovani, particolarmente in Europa, dopo il recente Giubileo, delle loro domande di comunione e di preghiera, e della sete di vita spirituale, che non hanno potuto soddisfare nel mondo virtuale, ma neanche “nelle esperienze tipiche delle nostre parrocchie”. Al termine il Papa ha impartito la propria benedizione sui vescovi presenti, salutandoli poi individualmente nell’atrio dell’Aula Paolo VI.