PAPA LEONE: "Dopo le porte sante, si aprano ora altre porte di case e oasi di pace"
L'8 dicembre atto di venerazione all'Immacolata
Agenzia Sir
10/12/2025
Foto Vatican Media Sir

Quella di oggi è una «umanità provata, talvolta schiacciata». A descrivere così il contesto attuale è stato Leone XIV, nella preghiera pronunciata il pomeriggio dell’8 dicembre durante l’atto di venerazione all’Immacolata in piazza di Spagna, davanti ad una folla di romani e turisti. «Madre di un popolo fedele, la tua trasparenza illumina Roma di luce eterna, il tuo cammino profuma le sue strade più dei fiori che oggi ti offriamo - ha esordito Leone XIV -. Molti pellegrini dal mondo intero, o Immacolata, hanno percorso le strade di questa città nel corso della storia e in questo anno giubilare. Un’umanità provata, talvolta schiacciata, umile come la terra da cui Dio l’ha plasmata e in cui non cessa di soffiare il suo Spirito di vita. Guarda, o Maria, a tanti figli e figlie in cui non si è spenta la speranza - la prima invocazione papale -: germogli in loro ciò che il tuo Figlio ha seminato, Lui, Parola viva che in ciascuno domanda di crescere ancora, di prendere carne, volto e voce. Fiorisca la speranza giubilare a Roma e in ogni angolo della terra, speranza nel mondo nuovo che Dio prepara e di cui tu, o Vergine, sei come la gemma e l’aurora», l’auspicio per la festa dell’Immacolata, che si colloca al termine dell’anno giubilare. «Dopo le porte sante, si aprano ora altre porte di case e oasi di pace in cui rifiorisca la dignità, si educhi alla non violenza, si impari l’arte della riconciliazione», l’appello di Leone XIV nel momento in cui il Giubileo sta per concludersi: «Venga il regno di Dio, novità che tanto sperasti e a cui apristi integralmente te stessa, da bambina, da giovane donna e da madre della Chiesa nascente».

«Il battesimo generi ancora uomini e donne santi e immacolati, chiamati a diventare membra vive del Corpo di Cristo, un Corpo che agisce, consola, riconcilia e trasforma la città terrena in cui si prepara la Città di Dio”, l’invito rivolto a tutti i battezzati. La supplica finale, ancora una volta, quasi a chiudere un cerchio con le parole di esordio, è un riferimento preciso all’attualità, con le sfide esigenti e impegnativi che comporta: «Intercedi per noi, alle prese con cambiamenti che sembrano trovarci impreparati e impotenti. Ispira sogni, visioni e coraggio, tu che sai più di chiunque altro che nulla è impossibile a Dio, e insieme che Dio non fa nulla da solo». Poi l’identikit di una Chiesa in uscita, sull’esempio di una giovane donna di Nazaret: «Mettici in strada, con la fretta che un giorno mosse i tuoi passi verso la cugina Elisabetta e la trepidazione con cui ti facesti esule e pellegrina, per essere benedetta, sì, ma fra tutte le donne, prima discepola del tuo Figlio, madre del Dio con noi». E ancora: «Aiutaci ad essere sempre Chiesa con e tra la gente, lievito nella pasta di un’umanità che invoca giustizia e speranza. Immacolata, donna di infinita bellezza, abbi cura di questa città, di questa umanità. Indicale Gesù, portala a Gesù, presentala a Gesù».


Notizie correlate