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GIOVANI: inchiesta di Cittadinanzattiva

Vi hanno preso anche 81 trevigiani

GIOVANI: inchiesta di Cittadinanzattiva

Cittadinanzattiva nelle scorse settimane ha attivato un momento di indagine di massa - "A scuola di salute" - una ricerca alla quale hanno risposto in Italia 5.713 ragazzi, di cui 81 della Marca Trevigiana. Oltre ad alcune narrazioni sociali specifiche sulla salute dei giovani, dalla ricerca sono uscite alcune considerazioni utili a conferma delle loro aggregazioni giovanili.

Le riflessioni dei giovani che hanno partecipato all'indagine di Cittadinanzattiva, in grande sintesi sono:
- La pandemia, e il successivo assestamento sociale e relazionale stanno condizionando molto, sia la loro qualità di vita che il futuro. Questo ha messo in discussione l'equilibrio sociale che li teneva insieme. Ecco perché, nella nostra opinione, da oggi non si può più parlare di "Pianeta Giovani". E per il momento non c'è nulla di nuovo che l'abbia sostituito.
- La solitudine, che si reclama oggi, per diversi di loro è il campanello d'allarme di questo fenomeno.
Essi vivono il loro presente individualmente e in solitudine. I vecchi compromessi del vivere sociale, familiare e di relazioni, sono andati in frantumi. Si sono compromesse anche diverse attività sportive dilettantistiche di squadra, che erano spesso spazi di integrazione e riempitivi di quelle sociali o di censo. Oggi prevale lo sport individuale. E anche negli sport aggregativi, c'è la tendenza a stare da soli e socializzare quanto serve per lo sport.
- La scuola era il più grande "parco sociale" aggregante. Lo era persino nella sua espressione più violenta quale il bullismo. Questo spiega il giudizio estremamente negativo che i giovani danno della chiusura delle scuole, anche come immobile e locazione. Oggi, purtroppo e inevitabilmente, anche la scuola sta perdendo questa sua funzione aggregante. La prolungata chiusura l'ha espropriata del suo ruolo di massa sociale e di conseguenza ha incrinato gli equilibri dei gruppi esistenti.
La narrazione che si fa sulla solitudine di molti ragazzi, con preoccupazione e allarme verso gesti suicidari o lesioni, depurata dallo scrivere tanto per farlo, questo sta a significare. Invece non sta in questo discorso l'allarme rispetto all'uso smodato dei social, dei computer e dell'informatica in genere, che inebetiscono i giovani. Questo è un problema di famiglia, lo fanno tutti nelle famiglie, e risponde all'esigenza giovanile di dire e avere tutto subito.

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