Il giornale del 25 settembre. Edizione digitale
Fertilità... pensarci per tempo.
Finalmente nel nostro Paese si ritorna a parlare di fertilità. Le tanto criticate “cartoline” promozionali del Fertility Day – diffuse e poi ritirate dal ministero della Salute – hanno avuto il merito di sollevare un confronto su capacità e limiti di riproduzione di donne e uomini. Al ministro della Salute Beatrice Lorenzin sta a cuore l’aspetto sanitario e sociale della questione: la fertilità umana è una risorsa scarsa e dobbiamo prenderne coscienza innanzitutto per regolarci di conseguenza nelle nostre scelte di vita e poi in secondo luogo per non dover ricorrere ad aiuti medici impegnativi, costosi e limitatamente efficaci. Il ministro non ha parlato di matrimonio o famiglia. E non ha invitato gli italiani a fare più figli per “salvare la Patria”. Certo, nel Piano nazionale per la fertilità ci sono dati e analisi sulla denatalità e le sue conseguenze anche economiche, e approfondimenti sull’atteggiamento sociale verso la procreazione. Ma nel Piano stesso è scritto che l’analisi dei fattori economici, culturali e sociali, che sono concause della contrazione della fecondità, esula dagli obiettivi del documento.
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