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Quando le gambe non reggono

Cosa succede in una famiglia quando un genitore anziano si ammala.

Quando le gambe non reggono

L'Azione di domenica 2 settembre propone un approfondimento sulle fatiche delle famiglie che devono accompagnare un anziano malato. Tra i pezzi questa bella testimonianza di Carlo Donadel.

D’improvviso ti accorgi di qualcosa che non va. Lo sguardo ha perso un po’ della luce di sempre: scruta frequentemente l’orizzonte come se vi si potesse ritrovare qualcosa che è stato perduto. Spesso è uno sguardo spaurito e preoccupato: un po’ per tutto ma in fondo per nulla di preciso. Perché progressivamente niente interessa più veramente. Nemmeno le previsioni del tempo, appuntamento fisso fin dai tempi del colonnello Bernacca. Assomiglia allo sguardo di un neonato. Strappa una tenerezza infinita. Il discorso a volte sbanda come se avesse preso una curva improvvisa. Poi rientra in carreggiata.L’incedere si fa più faticoso, incerto, esitante. Poi quello spigolo maledetto e la caduta. Femore.

Tranquilli è un’operazione di routine, poi camminerà meglio di prima. Sì, ma ora ci vuole un aiuto. Una persona estranea che entra in casa? Che mette mano alle cose tue? Sì, ma solo per qualche ora a settimana. Del resto non c’è alternativa.Poi una voce amica ti fa incontrare la persona giusta e scopri il vero significato della delicatezza. Il procedere del tempo tuttavia in questi casi contraddice al proverbio: non risana ferite, anzi. Assomiglia ad una discesa fatta di gradoni. Per un po’ tutto sembra stabile ma poi d’improvviso un salto netto all’ingiù: e nell’amalgama del discorso le parole confuse superano quelle chiare e coerenti. A volte sono un fiume inarrestabile fatto di infinite ripetizioni.Anche la gestione di sé richiede un supporto ormai continuativo. Le visite mediche hanno sempre più il sapore della ratifica.

Che si fa? Meglio cercare una badante a tempo pieno. A casa fino a quando è possibile: è stata la promessa di sempre. Nell’epoca di internet si prova con uno strumento innovativo: il tam tam delle conoscenze di vicinato.Sono Joanna chiamo di Polonia, sentito che lei cerca badante, se lei vole parto domani, pochi soldi, lavora benissimo. Già.... Buongiorno, sono Fatima spiace tanto: no capisce bene italiano... E avanti con una tournée di incontri, colloqui, dubbi ed infine uno sguardo che sembra convincente: inizia una storia.Non è sempre così, amici raccontano di esperienze pessime, di persone inaffidabili, di trascuratezze indicibili. Invece a volte hai la conferma quotidiana che ci sono persone capaci di una dedizione che ha dello straordinario.

Lasciano casa e famiglia lontane, entrano in punta di piedi in contesti in cui padrona di casa è soprattutto la fragilità e se ne fanno carico con una attenzione ed una dolcezza commoventi. Per qualche giornata anche il centro diurno della casa di riposo vicina offre un sollievo settimanale. La ruota del tempo tuttavia inesorabile svolge la sua azione sottraente. Le gambe non reggono più. Le forze non reggono più. Anche deglutire diventa un’impresa. E allora comincia la sequenza di ricoveri. A volte ti si pongono davanti scelte per le quali non sei preparato. A volte il procedere degli eventi ti solleva dal compito di scegliere. Trovi anche qualche raggio di luce, come le infermiere del servizio domiciliare: attente alle sfumature, puntuali, pazienti. Poi... “fu subito sera”. 

Carlo Donadel Solighetto

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