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TREVISO-BELLUNO: rallentamento del manifatturiero

Nel terzo trimestre del 2023

TREVISO-BELLUNO: rallentamento del manifatturiero

Nel terzo trimestre 2023 il manifatturiero regionale, trevigiano e bellunese registra segnali di rallentamento già evidenziati nelle precedenti survey di marzo e giugno. Tutte le variazioni, congiunturali (sul trimestre precedente) e tendenziali (su base annua), si portano in territorio negativo.

Il rallentamento della produzione nel manifatturiero trevigiano è ben simboleggiato dal grado di utilizzo degli impianti. Dopo 10 trimestri consecutivi in cui, a Treviso, questo indicatore si attestava quasi sempre sopra il 74% (superando il 78% giusto nel quarto trimestre 2022), ora si riposiziona al 68%. La variazione congiunturale conosce una robusta frenata (-7,4%, ma parliamo pur sempre di un trimestre estivo, dove in tempi “normali” queste flessioni stagionali erano la regola: accadeva anche nel 2019). La variazione tendenziale, più significativa, risulta del -2,2% (era peggiore lo scorso trimestre, del -5,3%).

In frenata anche il fatturato: -7,2% la variazione congiunturale, -1,6% quella tendenziale (anche in questo caso era peggiore la tendenziale registrata a giugno, del -5,9%). Occorre avvertire che su questo indicatore, oltre all’andamento effettivo delle vendite, sta incidendo anche una dinamica di rientro dei prezzi all’industria, permesso dall’attenuazione delle tensioni sui costi lato offerta materie prime (vediamo se rimesso in discussione, per gli energetici, dal nuovo fronte bellico).

Resta debole la dinamica di raccolta dei nuovi ordinativi. Su base annua di evidenzia una flessione del -3,5% dei nuovi ordini dal mercato interno, e del -6,2% per quelli dal mercato estero. La lunghezza del portafoglio ordini, ad ogni modo, non va incontro a smottamenti: l’orizzonte di produzione assicurato passa dai 56 giorni di giugno agli attuali 53,7. Il confronto non va fatto con il picco di 76 giorni del primo trimestre 2022, del tutto anomalo perché in piena crisi degli approvvigionamenti, ma con il dato medio del biennio 2018-2019, in linea con il dato attuale. 

Questa “tenuta” fa il paio con le previsioni rilasciate dagli imprenditori intervistati per il quarto trimestre 2023: che sull’andamento della domanda non fanno propriamente salti di gioia, ma neppure vedono “nero” all’unanimità. In realtà i giudizi quasi si equidistribuiscono fra crescita, stazionarietà e flessione, all’insegna dell’attendismo e di quello che potremo definire una “non chiara visione” di quello che potrà accadere nel futuro, considerati i molteplici fronti di incertezza presenti nello scenario internazionale.

I dati sono emblematici al riguardo: per la domanda interna un 36% degli intervistati scommette per la crescita, una pari quota vede il mercato fermo, un 29% ritiene invece che si andrà incontro ad un’ulteriore contrazione. Per la domanda estera la maggioranza degli intervistati (39%) considera il mercato fermo, più di un terzo però (34%) scommette per una sua crescita, un 27% si posiziona dal lato opposto, temendo ancora flessioni.

Le previsioni per fatturato e produzione non sono esenti da questa incertezza di fondo, pur con un’indicazione più netta di ripartenza in positivo: quasi il 39% degli intervistati scommette per un aumento della produzione (a fronte di un 30% di pessimisti); quasi il 43% degli intervistati scommette per un aumento del fatturato (a fronte di un 29% di pessimisti).

A Belluno le dinamiche di fondo della produzione sono analoghe a quelle della Marca Trevigiana, pur con le maggiori fluttuazioni stagionali dovute all’occhialeria e con variazioni più accentuate a causa della ridotta numerosità del campione, come ricordiamo ogni volta. Fa fede soprattutto, a nostro avviso, il grado di utilizzo degli impianti: oggi al 67,6%, quando nello stesso trimestre dell’anno scorso era 5 punti sopra. Ma vale per Belluno la stessa osservazione fatta per Treviso: dal primo trimestre 2021 al quarto trimestre 2022 questo indicatore si era mantenuto quasi sempre sopra il 73%, con punte anche del 77%. Dopo questa effervescenza, la frenata trova ancor più amplificazione, sul piano statistico, e si traduce in una contrazione su base annua della produzione del -7,0%.

In contrazione, sempre su base annua, anche il fatturato (-4,5%), mentre la variazione congiunturale risente della stagionalità (principalmente dell’occhialeria) e non differisce per intensità da quanto registrato lo scorso anno, come anche nel 2019.

Si evidenzia inoltre un calo importante della raccolta ordini dal mercato estero (-8,9%): il dato, sempre su base annua, non trova riscontro nel recente passato, guardando alle dinamiche del terzo trimestre nel 2022 o nell’anno prima di Covid. Al contrario, si mantiene in territorio positivo la raccolta ordini dal mercato nazionale, pur con un incremento moderato (+2,5%, parliamo sempre di variazione tendenziale annua). Questi andamenti incrociati della domanda non intaccano nel breve il portafoglio ordini, che ancora assicura 53,7 giorni di produzione, in linea con quanto rilevato lo scorso trimestre. Netta però la discontinuità rispetto a settembre di un anno fa, quando i giorni di produzione assicurati erano 62,3, quasi 10 in più di quanto segnalato oggi dalle imprese.

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