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DALLA LIBERTÀ A NUOVE FORME AUTORITARIE

L'editoriale del direttore don Alessio Magoga.

DALLA LIBERTÀ A NUOVE FORME AUTORITARIE

Da un po’ di tempo si assiste ad una recrudescenza di gesti e di proclami da parte di gruppi di estrema destra, che si ispirano – più o meno velatamente – all’ideologia del Ventennio. Penso allo striscione comparso domenica scorsa in piazza San Pietro, ma purtroppo non è l’unico esempio. Questo fenomeno, che non è solo italiano ma europeo, mi ha fatto aprire di nuovo una delle più fortunate opere di Erich Fromm: “Fuga dalla libertà”. La tesi dello psicanalista tedesco, autore tra gli altri scritti anche de “L’arte di amare”, è molto chiara: l’uomo moderno, liberato dalle costrizioni della società di un tempo, non ha raggiunto quel grado di libertà che si attendeva. Pur avendogli portato indipendenza e razionalità, la libertà lo ha “isolato, rendendolo ansioso e impotente” e “questo isolamento – scrive Fromm – è intollerabile”. Pertanto all’uomo contemporaneo si presentano queste due alternative: o fuggire dal peso di questa libertà, incamminandosi verso nuove forme di dipendenza e sottomissione, oppure orientarsi verso una piena realizzazione della propria libertà, accettando l’onore e l’onere della sua unicità e della sua individualità. Il testo di Fromm, che è stato pubblicato per la prima volta negli Stati Uniti nel 1941, agli inizi della Seconda guerra mondiale, vuole essere un tentativo di comprensione non solo delle dinamiche psicologiche della singola persona, ma dell’intera società europea.

Fromm, infatti, cerca di spiegare come mai nelle società occidentali del XX secolo, sotto vari profili emancipate ed evolute culturalmente, si siano imposte progressivamente delle ideologie negatrici della libertà: il nazismo e il fascismo, nell’Europa occidentale, e il comunismo, in quella orientale. Per Fromm, si è trattata di una vera e propria “fuga dalla libertà” che queste società – consciamente o inconsciamente – hanno scelto in modo deliberato: angosciate dal peso della propria responsabilità, hanno ricercato un rassicurante “uomo forte” che si sostituisse a loro nell’esercizio, esaltante ma esigente, della propria libertà. Sia chiaro: l’obiettivo di Fromm non è quello di “giustificare” quanto accaduto nella prima metà del Novecento, ma portare un contributo perché l’uomo di domani, anziché fuggire dalla libertà, la accolga e la viva responsabilmente e diventi così veramente se stesso, cioè veramente uomo. A settant’anni di distanza, purtroppo, queste riflessioni appaiono ancora attuali e trovano conferma non solo nel campo sociologico e politico, ma anche in quello religioso. Di questi giorni è la pubblicazione dello studio di una docente di teologia tedesca – Sonja Strube – che si è chiesta chi siano le persone e i gruppi che avversano papa Francesco e che cosa li muova. Anche in questo caso, ciò che emerge dall’analisi dei loro scritti (principalmente tratti dai loro forum su internet e dai social) sono i tratti di quella che viene definita una “personalità autoritaria”: per difendersi dalla propria insicurezza, la personalità autoritaria rivendica – nella società come anche nella Chiesa – una rigida osservanza di regole, norme e contenuti dottrinali immutabili. Questo tipo di esigenze non collima affatto con la strada inaugurata dal Vaticano II e, in modo particolare, con il magistero di papa Francesco, aperto al confronto con la storia e in dialogo dentro e fuori la Chiesa. Da qui le forti critiche contro il Pontefice, accusato tra le altre cose di eresia e di relativismo. Numericamente questa tipologia di persone, all’interno della società, non è molto numerosa – osserva la Strube – e tuttavia è particolarmente vivace e intraprendente. All’interno della Chiesa si tratta di “una piccola ma aggressiva corrente sotterranea” che – aggiungiamo noi – non può essere sottovalutata o ignorata. Non si tratta affatto di assecondarla, perché va certamente smascherata e rifiutata ogni forma di populismo e di estremismo. Tuttavia, non è sufficiente la condanna: la Chiesa è chiamata a comunicare in modo più efficace, con più completezza e oggettività. Superando un certo tipo di schemi, va messo in luce concretamente il bene che anche oggi la comunità cristiana continua a fare: questo è il modo migliore per togliere terreno ad ogni forma di rivendicazione estremistica. Nelle possibilità che le competono, è quello che L’Azione, non da oggi, cerca di fare.

Alessio Magoga

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