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Il fine di ogni religione è la pace tra gli uomini

L'editoriale del direttore de L'Azione don Alessio Magoga.

Il fine di ogni religione è la pace tra gli uomini

"Oggi nella nostra società è stato infranto un tabù: c’è odio tra i popoli, persino tra le persone dello stesso Paese. Di più: questo odio è apertamente dichiarato. Non ci sono più barriere, non ci sono più resistenze contro l’odio reciproco”. Questo è il grido di allarme che Elisabeth Parmentier, teologa e “pastora” luterana, ha lanciato al recente convegno organizzato a Padova dalla Facoltà teologica del Triveneto. Occasione del convegno è stata la concomitanza della chiusura del Giubileo della misericordia, indetto da papa Francesco, con la celebrazione dei 500 anni della Riforma di Lutero. Cattolici e protestanti, segnati da una storia di divisione, hanno qualcosa da dire a una società caratterizzata dalla paura come quella attuale? Questa è stata la domanda che ha animato il dibattito. La risposta della teologa – nel suo francese limpido – è stata molto chiara: “Diviene indispensabile che i cristiani si alzino in piedi insieme per resistere alle angosce profonde che dominano oggi”. Inoltre ha ribadito che “è urgente mostrare che il fine profondo di ogni religione è la pace tra gli esseri umani: tutte le religioni devono rifiutare di lasciarsi strumentalizzare per ragioni politiche ed economiche”. Infatti l’ecumenismo – cioè il dialogo tra le diverse confessioni cristiane – “non è opzionale, ma l’orientamento fondamentale della fede in Gesù Cristo che ci ha riconciliato con il Padre: questo è precisamente il compito affidato ai cristiani”. 

Un concreto tentativo di dialogo è stata la relazione della stessa Parmentier, che ha riletto la bolla di indizione del Giubileo – la Misericordiae Vultus – in modo originale e profondo, evidenziando gli aspetti che accomunano cattolici e luterani e che ruotano attorno al centro incandescente costituito dal vangelo della misericordia. E proprio sulla misericordia di Dio si è soffermato anche il suo interlocutore cattolico, il francescano padre James Puglisi, docente di teologia, da anni impegnato nell’ambito del dialogo ecumenico. Richiamandosi più volte al volume di Kasper: Misericordia: concetto fondamentale del vangelo - chiave della vita cristiana, ha mostrato come la qualità della misericordia sia il carattere specifico dell’identità di Dio. La Scrittura infatti ci rivela un Dio che sempre si prende cura del suo popolo e lo rialza: “La Bibbia è piena di storie di nuovi inizi o nuove creazioni. Ogni volta che Israele si allontana dalla via indicata da Dio, il Signore gli offre l’opportunità di rinnovare l’alleanza con lui. Questi sono i nuovi inizi che spezzano la spirale del male e offrono la speranza di una nuova vita insieme a Dio”. Dall’altro lato, attingendo soprattutto alla teologia di Agostino, padre Puglisi ha insistito sul fatto che, a immagine di Dio e in comunione con tutta la Chiesa, “ogni cristiano è chiamato ad essere misericordioso verso gli altri”. Anche quello di padre Puglisi in realtà è stato un concreto tentativo di dialogo ecumenico, perché il suo intervento, citando alcune dense pagine tratte dagli scritti di Lutero, ha svelato delle sorprendenti visioni di Maria e dell’Eucaristia, ben diverse dalle riletture apologetiche del passato. Se la Bibbia è piena di “storie di nuovi inizi”, c’è da augurarsi che i 50 anni di dialogo tra cattolici e luterani, culminati nella recente visita del Papa in Svezia, portino davvero ad una storia sempre più condivisa. Proprio questo è quello che i cattolici e i luterani, insieme alle altre confessioni cristiane e – lo vogliamo davvero sperare – insieme anche alle altre religioni, possono portare a questo mondo segnato dalla paura: l’annuncio che una storia diversa è sempre possibile. Nonostante gli errori e le divisioni del passato, è sempre possibile rialzarsi e ricominciare per scrivere insieme una nuova storia di pace.

don Alessio Magoga

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