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NATALE, GERMOGLIO DI FIDUCIA E DI NOVITA' PER TUTTI

Il messaggio di Natale del vescovo Corrado Pizziolo

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NATALE, GERMOGLIO DI FIDUCIA E DI NOVITA' PER TUTTI

Qualche settimana fa, è uscito il tradizionale “Rapporto” del Censis sulla situazione sociale del Paese (ne ha parlato anche L’Azione nell’editoriale del 10 dicembre). Con impietosa analisi, si definiscono gli italiani come “ciechi davanti ai presagi e passivi come sonnambuli”. 

Naturalmente tutti le analisi vanno prese con un po’ di cautela e di buon senso. E tuttavia è fuori dubbio che un po’ tutti stiamo vivendo attualmente un senso di smarrimento e di impotenza di fronte agli eventi che stanno susseguendosi in questi anni: la pandemia, la guerra in Ucraina e quella in Palestina, l’incessante arrivo di migranti, i cambiamenti climatici e gli eventi atmosferici fuori controllo, il crollo della natalità, i femminicidi… Se poi guardiamo all’interno della nostra realtà ecclesiale, non mancano affatto motivi che ci preoccupano.

Cosa vuol dire, in questo contesto, celebrare ancora una volta il Natale del Signore? Qual è il messaggio che la celebrazione del Natale ci porta?

Celebrare il Natale non significa far finta, almeno per qualche giorno, che i problemi che stiamo vivendo non esistano più. E non significa neppure pensare che le questioni che viviamo trovino immediata e miracolosa soluzione.

Significa invece, in primo luogo, accogliere un annuncio di speranza: tutto quello che viviamo, anche i momenti più difficili e problematici, non lo viviamo da soli. In Gesù che nasce a Betlemme Dio si è fatto per sempre uno di noi, l’Emanuele, il “Dio con noi”.

«Anche se vado per una valle oscura, non temo alcun male, perché tu sei con me. Il tuo bastone e il tuo vincastro mi danno sicurezza». Così canta uno dei Salmi che spesso usiamo per la nostra preghiera.

La certezza che il Signore è con noi non risolve miracolosamente tutti i nostri problemi, ma ci apre una prospettiva di luce e di speranza, senza le quali resteremo inevitabilmente immersi nelle tenebre.

«Il popolo che camminava nelle tenebre ha visto una grande luce; su coloro che abitavano in terra tenebrosa una luce rifulse»: probabilmente con queste parole, che sentiremo proprio nei giorni natalizi, il profeta Isaia Invita a sperimentare quella luce che il Signore offre a coloro che si aprono a lui con fiducia. Proprio ciò che sembra mancare nel nostro attuale mondo sempre più secolarizzato.

In secondo luogo, nel fatto sorprendente che Dio, per farsi uno di noi, abbia scelto la forma umile, debole e indifesa di un bambino nato in una stalla e deposto in una mangiatoia, ci viene suggerito un altro importante messaggio: le cose che possono cambiare il mondo nascono da eventi semplici, umili e spesso nascosti. Questo è stato - e continua ad essere - lo stile di Dio nell’accompagnare la nostra storia.

Come ci ricorda un proverbio, migliaia di alberi che crescono fanno assolutamente meno rumore di un solo albero che cade. Eppure è solo questa crescita umile e silenziosa che fo crescere la vita. Nascendo a Betlemme, Gesù sembra dunque dirci: «Non abbiate paura: io sono venuto a condividere la vostra vita! Sono venuto facendomi bambino, perché sappiate cogliere nei gesti semplici e umili di ogni giorno, fatti però con fiducia e generosità, la via che può far crescere un mondo nuovo».

Auguro a tutti, cari fratelli e sorelle, di accogliere questo messaggio che Gesù anche quest’anno ci rivolge, per poter viverlo nelle nostre case e nelle nostre parrocchie ed essere, così, germoglio di fiducia e di novità per tutti.

+ Corrado, vescovo

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