Editoriale
stampa

A cosa siamo chiamati?

L'editoriale di Padre Beppe Pierantoni.

A cosa siamo chiamati?

A cosa sono chiamati i discepoli di Cristo nel nuovo millennio, così drammaticamente iniziato nell’evidenza di una crisi di fede nell’uomo? Con Olivier Clément, ritengo che il cristianesimo del XXI secolo non si presenterà più come una “religione” omologabile alle altre. Si svelerà come la religione dello Spirito e della libertà nella novità aperta dall’umanità di Cristo. Sarà la confessione di un “piccolo gregge”, ma anche la speranza dei molti che non si rassegnano a vedere l’umano andare perduto e che non vogliono vedere il Pianeta distrutto dalla follia aggressiva dell’economia. La Chiesa sarà la parte emersa dell’iceberg di una grande novità: un popolo di Dio finalmente universale, che testimonierà e pregherà per una nuova Pentecoste planetaria, che valorizzerà i “semi del Verbo” ovunque presenti, ascoltando quel Soffio che ispira i singoli, le culture, le religioni... Sappiamo già dove sarà il cuore di questa Chiesa generata dal mistero pasquale – nel vangelo e nell’eucaristia – ma non ne immaginiamo i confini: la Chiesa costituirà un invito alla profondità per ogni esistenza umana ed è in essa che le creazioni dell’uomo più autentiche troveranno conferma.

Il cristianesimo del XXI secolo non si presenterà più come una “religione” omologabile alle altre. Si svelerà come la religione dello Spirito e della libertà nella novità aperta dall’umanità di Cristo. Sarà la confessione di un “piccolo gregge”, ma anche la speranza dei molti che non si rassegnano a vedere l’umano andare perduto e che non vogliono vedere il Pianeta distrutto dalla follia aggressiva dell’economia. La Chiesa sarà la parte emersa dell’iceberg di una grande novità: un popolo di Dio finalmente universale, che testimonierà e pregherà per una nuova Pentecoste planetaria, che valorizzerà i “semi del Verbo” ovunque presenti, ascoltando quel Soffio che ispira i singoli, le culture, le religioni… Sappiamo già dove sarà il cuore di questa Chiesa generata dal mistero pasquale – nel van- I gelo e nell’eucaristia – ma non ne immaginiamo i confini: la Chiesa costituirà un invito alla profondità per ogni esistenza umana ed è in essa che le creazioni dell’uomo più autentiche troveranno conferma. Il cristianesimo del XXI secolo non sarà né moralismo né pietismo ma annuncio vivo, incarnato, della vittoria di Cristo sulla morte e sull’inferno. È forse la sola via di salvezza che ormai possa essere offerta agli innumerevoli nichilisti – eredi (anche se inconsapevoli) di Nietzsche – e ai tanti “non amati” che esplorano l’inferno delle droghe, dell’erotismo, del terrorismo, della follia… Questi uomini e queste donne, discesi nelle regioni più tenebrose dell’abisso, saranno raggiunti dalla luce dei santi di domani, rianimati dalla forza dello Spirito e interpellati dal mistero della Pasqua. Lo Spirito li farà entrare non nelle regole della morale, ma nel Regno dove incontreranno il Dio dell’Amore, della risurrezione e della trasfigurazione. Dio chiama. È una vocazione che riguarda, salvo eccezioni, la terza generazione uscita dal rinnovamento conciliare. È la chiamata ad una profezia creatrice: quella del Regno che dovrà essere innanzitutto vita interiore per poter poi diventare novità sociale; Regno la cui forza e luce possono fecondare la persona nei suoi fondamenti. Che importa quante saranno queste “creature nuove”? «Un uomo può salvare l’intero universo»: è già successo con Gesù, vero figlio d’uomo perché figlio di Dio. Si affermerà in costoro una spiritualità creatrice in base alla quale più ci si immerge in Dio, più si conosce se stessi e più si diventa responsabili degli “altri”. Chi risponderà all’appello dello Spirito saprà fare sintesi degli opposti: gli umanesimi, gli anti-umanesimi, le ribellioni e le scoperte che caratterizzano la modernità, così come le forme di sapienza, di meditazione e il grande appello all’interiorità dell’Oriente non cristiano come dell’Oriente ecclesiale. «Dio si è fatto uomo perché l’uomo possa diventare Dio», cioè davvero uomo, come il Creatore l’ha sognato, capace di amare e collaborare con maturità. Dio si è rivelato in un volto d’uomo, affinché ogni volto d’uomo possa trovare il proprio compimento in Dio. A poco a poco capiremo che un cristianesimo del genere non è un messaggio che aspira ad imporsi con irruenza: è invece accompagnamento della persona – che è tale se è in comunione – a conoscere il proprio mistero e quello della vita vera come qualcosa che sgorga da dentro come un atto di fede. Così la fede difenderà la laicità che, in quanto indipendenza della coscienza, è nata dal movimento messo in atto dal vangelo stesso. I mezzi del potere saranno estranei al cristianesimo, che diventerà sempre più un fermento, una luce, una fraternità senza confini, che non si può imporre ma che si presenta come offerta, nell’umiltà. Un cristianesimo capace sì di sdegno per le idolatrie e gli orrori del mondo, ma anche capace di inventare nuove vie all’avvenire, testimoniando il “senso” di tutto, offrendo all’uomo la capacità di padroneggiare, nello Spirito, il suo stesso immenso potere. Uomini nuovi cercasi! Il mondo ha bisogno di santità. Ti supplichiamo, o Padre: manda presto una nuova schiera dei tuoi santi, creature mai viste prima nell’orizzonte della Storia, perché essi rinnovino per noi la gioia di credere e restituiscano al mondo la tua speranza.

Padre Beppe Pierantoni

dehoniano

A cosa siamo chiamati?
  • Attualmente 0 su 5 Stelle.
  • 1
  • 2
  • 3
  • 4
  • 5
Votazione: 0/5 (0 somma dei voti)

Grazie per il tuo voto!

Hai già votato per questa pagina, puoi votarla solo una volta!

Il tuo voto è cambiato, grazie mille!

Log in o crea un account per votare questa pagina.

Non sei abilitato all'invio del commento.

Effettua il Login per poter inviare un commento